Il novantesimo anniversario della nascita di Giuseppe Tatarella

Veronica Robinson

Settembre 19, 2025

Pinuccio Tatarella, figura di spicco della politica italiana, compie 90 anni dalla sua nascita, avvenuta il 29 gennaio 1935. È stato il primo vice presidente del Consiglio proveniente dalla destra durante l’era di Silvio Berlusconi, ma il suo contributo va ben oltre questo titolo. Tatarella è stato un pensatore e stratega che ha saputo delineare una destra di governo, capace di dialogare con l’elettorato moderato. Oggi, nel 2025, si riflette sulla sua eredità, soprattutto alla luce dell’attuale governo guidato da Giorgia Meloni.

Il contesto culturale e politico degli anni ’90

Nel periodo cruciale a cavallo tra il 1992 e il 1993, Pinuccio Tatarella partecipò a una riunione significativa presso la sede del Sindacato Libero Scrittori Italiani a Roma, sotto la direzione di Francesco Grisi. Qui, con intellettuali e uomini di cultura, emerse l’idea che la destra italiana dovesse ambire a una maggiore rappresentanza tra gli elettori moderati, distaccandosi dall’elettorato di sinistra. Questo incontro si rivelò fondamentale per la futura evoluzione della destra italiana, culminando con la candidatura di Gianfranco Fini per il Campidoglio.

Fu in questo contesto che Domenico Fisichella, in collaborazione con il Sindacato, coniò il termine “Alleanza Nazionale“, un marchio politico che avrebbe segnato un’epoca. Fisichella, di formazione monarchica, divenne Ministro della Cultura nel primo governo Berlusconi, contribuendo a un progetto culturale che si sviluppò a partire dalla Puglia nel 1994, concretizzandosi nel 1995. Tatarella, con la sua acuta analisi della crisi dei partiti tradizionali, comprese l’importanza di ampliare l’area della destra, recuperando non solo il centro ma anche una parte dell’elettorato moderato.

Il pensiero doroteo e le sue influenze

Tatarella venne spesso definito “Doroteo“, un appellativo che rifletteva la sua visione politica. I Dorotei erano una corrente all’interno della Democrazia Cristiana, impegnata nella conservazione dei valori socio-culturali. Questa corrente si opponeva a una sinistra democristiana più radicale, rappresentando un punto di riferimento per un’area di valori che si estendeva oltre i confini del partito. Tatarella, tuttavia, non si limitò a questa visione, ma cercò di integrare anche elementi della tradizione morotea e sturziana, attingendo dalla sua origine pugliese e dal contesto mediterraneo di Bari.

La sua capacità di coniugare l’umanesimo di Vico e il liberalismo di Benedetto Croce ha rappresentato un tentativo audace di superare le divisioni ideologiche, creando un dialogo tra culture politiche diverse. Questa fusione di pensiero ha portato alla creazione di un progetto che andava oltre le mere etichette politiche, mirando a costruire un’alleanza tra doroteismo e moroteismo.

L’eredità di Pinuccio Tatarella nella politica contemporanea

Pinuccio Tatarella è stato un innovatore e un costruttore di idee, capace di unire cultura e politica. Ha portato la destra al governo non solo a livello nazionale, ma anche nelle amministrazioni locali, influenzando profondamente il panorama politico italiano. La sua capacità di instaurare un dialogo tra intellettuali e politici ha segnato un’epoca, e il suo approccio ha lasciato un’impronta duratura.

Oggi, Giorgia Meloni e il suo governo sembrano attingere a questa eredità. La loro posizione politica, che cerca di bilanciare tra destra e centro, riflette una strategia che può essere ricondotta al pensiero di Tatarella. L’importanza della sua figura non può essere sottovalutata, e il ricordo dei suoi novanta anni dalla nascita rappresenta un’opportunità per riflettere sul significato della sua eredità nel contesto attuale della politica italiana.

×