La terza lettura della riforma della Giustizia ha ottenuto il via libera dalla Camera dei Deputati il 17 ottobre 2025, con 243 voti favorevoli e 109 contrari. Tuttavia, questo risultato non è sufficiente per evitare un possibile referendum confermativo, poiché non si è raggiunta la soglia di 267 voti, necessaria per ottenere il consenso dei due terzi dei parlamentari.
Discussione intensa in aula
La discussione in Aula è stata particolarmente intensa, simile a quanto accaduto nelle votazioni precedenti. I deputati hanno affollato il Palazzo di Montecitorio, e il dibattito si è infiammato subito dopo il voto. Le opposizioni hanno criticato l’atteggiamento “trionfalistico” dei membri del governo, suggerendo che dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla situazione a Gaza e sui rapporti con Israele. Durante la giornata, alcuni parlamentari dell’opposizione si sono avvicinati ai banchi del governo, scatenando tensioni che hanno sfiorato la rissa. Il tema di Gaza e Israele ha dominato il dibattito parlamentare, alimentando ulteriormente le polemiche.
Notizie di sequestro e polemiche
Un altro fattore che ha contribuito a questa atmosfera tesa è stata la notizia riguardante il sequestro di due container contenenti esplosivi diretti a Haifa, bloccati nel porto di Ravenna. Contestualmente, i parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra hanno denunciato il ritiro dei visti per recarsi in Israele. Le dichiarazioni del vice premier Matteo Salvini, che ha affermato che “Israele ha tutto il diritto di garantirsi un futuro sereno”, hanno ulteriormente acceso le polemiche, con il leader di Italia Viva che si è dichiarato “migliore amico” di Israele in Italia.
Reazioni del Partito Democratico
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha risposto attaccando l’esecutivo, sostenendo che le amministrazioni locali di centrosinistra stanno assumendo posizioni più chiare rispetto al governo riguardo alle sanzioni contro il premier israeliano Netanyahu. Le città di Rimini e Ravenna hanno già manifestato il loro dissenso, mentre anche Roma ha issato la bandiera della Palestina sul Campidoglio, approvando una mozione che condanna l’offensiva israeliana a Gaza e chiede al governo italiano di farsi portavoce del rispetto dei diritti umani nelle sedi internazionali.
Tensioni a Montecitorio
Dopo il voto sulla separazione delle carriere, le tensioni a Montecitorio sono rimaste elevate. I deputati di centrosinistra hanno protestato con veemenza, accusando il governo di complicità. Il rappresentante del Movimento 5 Stelle, Riccardo Ricciardi, ha urlato “siete complici!” mentre circondavano i banchi del governo, richiedendo risposte sul “genocidio” in corso a Gaza. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha convocato i rappresentanti dell’opposizione, mentre il Movimento 5 Stelle ha dichiarato di aver occupato l’Aula, rifiutandosi di riprendere i lavori senza comunicazioni chiare dal governo, in particolare dalla premier Giorgia Meloni.
Rinvio del programma assembleare
Il programma assembleare, che prevedeva il voto su una proposta riguardante la giornata di San Francesco, è stato rinviato alla settimana successiva. La situazione ha generato un acceso scambio di accuse tra il Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito di minacce ricevute dai membri del governo, mentre il pentastellato Leonardo Donno ha accusato il capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, di averlo minacciato. Le immagini della seduta saranno esaminate dall’ufficio di presidenza per chiarire quanto accaduto.
Giornata storica per il governo
Nonostante le polemiche, per il governo la giornata è stata storica. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che continueranno a lavorare per un sistema giudiziario più efficiente e trasparente. Il leader di Forza Italia ha sottolineato l’importanza di questo traguardo, che rappresenta un percorso iniziato trent’anni fa. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ironizzato, affermando che festeggerà la giornata con uno spritz, rispondendo alle critiche ricevute.
Preoccupazioni dell’Associazione Nazionale Magistrati
L’Associazione Nazionale Magistrati ha commentato il voto, esprimendo preoccupazione per i rischi associati alla riforma proposta. Hanno annunciato un impegno per informare i cittadini sui pericoli del disegno di legge Nordio, programmando un’assemblea nazionale il 25 ottobre a Roma. La riforma, secondo l’associazione, comprometterebbe i diritti dei cittadini e metterebbe a rischio l’equilibrio dei poteri stabilito dalla Costituzione.