Montesilvano (Pescara): salone cerca parrucchiere gay, “sono i più bravi”

Rosita Ponti

Settembre 19, 2025

Venerdì 19 settembre 2025, un annuncio di lavoro pubblicato online ha suscitato forti polemiche. Il titolare di un salone di bellezza a Montesilvano, in provincia di Pescara, ha cercato di giustificare la sua richiesta di un parrucchiere uomo gay durante la trasmissione “Mattino Cinque”. La controversia ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla discriminazione e sull’orientamento sessuale nel mondo del lavoro.

Il controverso annuncio di lavoro

L’annuncio in questione, che ha generato una serie di reazioni negative, chiedeva esplicitamente un parrucchiere uomo gay. Alessandro, il proprietario del salone, ha spiegato le sue motivazioni durante un’intervista. Secondo lui, i parrucchieri gay avrebbero uno stile diverso e un approccio unico verso i clienti, che potrebbe migliorare l’esperienza complessiva nel salone. Alessandro ha sottolineato che la sua richiesta è volta a garantire un’atmosfera di lavoro più armoniosa, dove i clienti possano sentirsi a loro agio nel discutere le loro esigenze senza il timore di rivelare il proprio orientamento sessuale.

Il titolare ha dichiarato: “Ho fatto questo annuncio perché hanno uno stile diverso, un modo migliore di vedere il lavoro. Verso la cliente c’è un’altra chimica”. Questa affermazione ha scatenato un acceso dibattito sulla legittimità della sua richiesta e sull’eventualità di una discriminazione al contrario nei confronti dei candidati eterosessuali.

Le reazioni e le polemiche

Le reazioni all’annuncio non si sono fatte attendere. Molti utenti dei social media e commentatori hanno accusato il salone di discriminazione, sostenendo che la richiesta di un parrucchiere uomo gay potrebbe escludere ingiustamente professionisti di orientamento eterosessuale. Alcuni hanno addirittura definito questa scelta come un esempio di discriminazione al contrario, sollevando interrogativi etici e legali.

Alessandro ha difeso la sua posizione, affermando che nel settore della moda e della bellezza esiste una percezione diffusa che i professionisti gay possano offrire un servizio di qualità superiore. “Secondo noi nel mondo della moda, il gay ha un altro stile e portamento e un’attenzione diversa rispetto alla clientela, soprattutto con le donne”, ha aggiunto il titolare. Questa giustificazione ha alimentato ulteriormente la discussione, con esperti di diritto del lavoro che si sono espressi sulla legalità di tali richieste nel contesto italiano.

La controversia ha messo in luce le complessità legate all’orientamento sessuale nel mondo del lavoro, evidenziando la necessità di un dibattito più ampio su inclusione e diversità. La questione rimane aperta, mentre la comunità locale e i professionisti del settore continuano a discutere le implicazioni di tali annunci e le loro conseguenze.

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