Onu: gli Stati Uniti esercitano il veto sulla proposta di cessate il fuoco

Veronica Robinson

Settembre 19, 2025

Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il 19 settembre 2025, si è registrato un voto di 14 favorevoli e un solo contrario, rappresentato dagli Stati Uniti, che ha posto il veto a una risoluzione per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Nel frattempo, la situazione umanitaria nella regione continua a deteriorarsi, con almeno 50 morti in sole 24 ore e un milione di sfollati secondo i rapporti. Gli attacchi aerei israeliani hanno colpito anche 11 strutture umanitarie dell’ONU, aggravando ulteriormente le condizioni di vita per la popolazione civile.

Mobilitazioni in Italia contro il genocidio a Gaza

Oggi, 19 settembre, la CGIL ha indetto uno sciopero in tutta Italia per protestare contro il genocidio in corso a Gaza. L’iniziativa ha visto la partecipazione di lavoratori di vari settori, tra cui metalmeccanici, edili, chimici e trasporti. I lavoratori si fermeranno per quattro ore, mentre altri settori come l’agroindustria e il pubblico impiego si uniranno alla mobilitazione con manifestazioni e assemblee. A Roma, le piazze saranno animate da eventi di sostegno alla popolazione di Gaza e alla Global Sumud Flotilla, con un presidio previsto a Montecitorio alle 15:00.

Emergency e la crisi umanitaria a Gaza

L’organizzazione umanitaria Emergency ha dichiarato la propria adesione alle mobilitazioni, sottolineando l’urgente necessità di porre fine ai bombardamenti. I rappresentanti di Emergency hanno testimoniato l’indiscriminata violenza contro i civili e il crescente numero di vittime. La ONG, attiva nella Striscia di Gaza, ha affermato di fornire assistenza a circa 250 persone al giorno nella clinica di al-Qarara e di aver realizzato oltre 19.000 visite nella clinica di medicina di base di al-Mawasi. La situazione, secondo Emergency, è insostenibile e richiede un’azione immediata da parte della comunità internazionale.

Le parole del cardinale Pizzaballa sulla situazione a Gaza

Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini a Gerusalemme, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione a Gaza, evidenziando la sproporzione tra gli eventi del 7 ottobre e la risposta israeliana. Pizzaballa ha denunciato l’odio crescente e la mancanza di prospettive di pace, sottolineando che la brutalità della situazione non può essere giustificata. Ha invitato a riflettere sulla gravità della crisi e sulla necessità di trovare soluzioni umane al conflitto.

Concerti e eventi di solidarietà in Italia

A Firenze, il concerto “S.O.S. Palestina!” ha riunito oltre 2.500 persone per sostenere le attività di Medici Senza Frontiere in Palestina. Artisti italiani, tra cui Piero Pelù, hanno lanciato appelli per la pace e la giustizia internazionale, sottolineando la necessità di fermare il massacro di civili inermi. Il concerto ha rappresentato un momento di unità e solidarietà, richiamando l’attenzione sulla crisi umanitaria in corso.

Il veto USA e le reazioni internazionali

Il veto degli Stati Uniti alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza ha suscitato forti reazioni a livello internazionale. Il rappresentante cinese ha criticato l’atteggiamento di Washington, chiedendo un allineamento con la comunità internazionale per raggiungere un cessate il fuoco. L’ambasciatore palestinese all’ONU ha denunciato la violenza israeliana e la mancanza di azioni concrete per proteggere i civili. La situazione a Gaza continua a essere al centro del dibattito politico, con richieste di intervento da parte di vari paesi.

La catastrofe umanitaria e le dichiarazioni delle organizzazioni internazionali

L’Ufficio ONU per gli affari umanitari ha segnalato che la vita dei civili a Gaza è sempre più in pericolo, con oltre un milione di sfollati e una situazione sanitaria al collasso. Le operazioni militari israeliane hanno danneggiato strutture umanitarie fondamentali, rendendo difficile l’accesso agli aiuti. Le organizzazioni internazionali continuano a esprimere preoccupazione per la crisi in corso e chiedono un intervento immediato per proteggere i diritti umani e garantire la sicurezza della popolazione civile.

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