La riabilitazione si afferma come un elemento fondamentale nella gestione della demenza. Questo è il tema centrale del Rapporto Mondiale Alzheimer 2025, redatto da Alzheimer’s Disease International (ADI) e presentato in Italia dalla Federazione Alzheimer in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer. Il documento si allinea con le linee guida italiane per la diagnosi e il trattamento della demenza, elaborate dall’Istituto Superiore di Sanità, che sottolineano l’importanza degli interventi riabilitativi e psicosociali come parte essenziale dell’assistenza, accanto ai farmaci.
Rilevanza della riabilitazione nei percorsi di cura
Mario Possenti, segretario generale della Federazione Alzheimer, ha affermato che il tema della riabilitazione deve essere integrato nel nuovo Piano Nazionale, assicurando che tali interventi siano parte integrante dei percorsi di cura e assistenza. Possenti ha evidenziato la necessità di un cambiamento culturale, sottolineando che non si deve più considerare la vita come conclusa dopo una diagnosi di demenza. Le persone possono continuare a vivere pienamente e con dignità, a patto che abbiano accesso a un sostegno efficace e personalizzato, capace di valorizzare le capacità residue e supportare le famiglie. In un contesto in cui i costi complessivi della demenza superano i 23 miliardi di euro all’anno, di cui oltre il 60% grava direttamente sulle famiglie, investire nella riabilitazione e nel supporto si presenta come un dovere etico e una scelta strategica per il futuro del Paese.
Priorità per il futuro della riabilitazione
Il Rapporto del 2025 individua diverse priorità per il futuro della riabilitazione in Italia. Tra queste, si evidenziano l’accesso ai percorsi riabilitativi e ai training cognitivi, mirati a sostenere la memoria, l’attenzione e le funzioni esecutive, specialmente nelle fasi iniziali della malattia. L’importanza dell’esercizio fisico e delle attività creative viene sottolineata, insieme alla terapia della reminiscenza e allo sviluppo della teleriabilitazione. Quest’ultima si propone di facilitare l’accesso ai programmi di sostegno per coloro che vivono lontano dai centri specializzati, oltre alla necessità di una formazione adeguata per i terapisti.
Paola Barbarino, CEO di Alzheimer’s Disease International, ha dichiarato che la riabilitazione è in grado di restituire un senso di identità e intenzionalità, evidenziando come anche i progressi minimi possano avere un impatto significativo sulla vita degli individui. Con il giusto supporto, le persone possono continuare a vivere bene per molti anni dopo la diagnosi di demenza. È fondamentale che i sistemi sanitari offrano percorsi di riabilitazione per la demenza, analogamente a quanto avviene per altre condizioni croniche, per garantire un’assistenza adeguata e completa.