A Roma, una piazza ricorda il piccolo Stefano Gaj Tachè, tragicamente scomparso all’età di soli due anni. Il 9 ottobre 1982, Stefano perse la vita in un attacco terroristico avvenuto presso la Sinagoga della capitale italiana. In quell’occasione, un gruppo di cinque terroristi palestinesi aprì il fuoco con armi automatiche e lanciò bombe a mano contro i fedeli che stavano uscendo dal tempio. Il bilancio fu drammatico: un morto e 37 feriti. Tra i responsabili, solo uno è stato identificato con certezza: Osama Abdel Al Zomar. Dopo l’atto violento, Al Zomar fu arrestato in Grecia, ma in seguito riuscì a trovare rifugio in Libia.
Arresto significativo di hicham harb
Recentemente, le autorità palestinesi hanno effettuato un arresto significativo. Hicham Harb, un uomo di 70 anni noto anche con il nome di Mahmoud Khader Abed Adra, è stato catturato in Cisgiordania. Harb è considerato il principale artefice non solo dell’attentato alla Sinagoga di Roma, ma anche di un altro attacco avvenuto il 9 agosto dello stesso anno in un ristorante ebraico a Parigi, che provocò sei vittime e 22 feriti. Ricercato dal 2015, su di lui gravava un mandato di arresto internazionale emesso dai giudici francesi, che lo avevano rinviato a giudizio per omicidio e tentato omicidio. Inoltre, la Procura di Roma lo ha indagato nel 2023 per il suo coinvolgimento nell’attentato a Roma.
Passo importante verso la giustizia
L’arresto di Harb segna un passo importante nella ricerca di giustizia per le vittime di quegli attacchi. Le autorità continuano a lavorare per garantire che i responsabili di atti di terrorismo siano portati davanti alla giustizia, a distanza di decenni da eventi così tragici. La memoria di Stefano Gaj Tachè e delle altre vittime rimane viva, rappresentando un monito contro la violenza e l’odio.