Il concetto di bellezza si evolve e si arricchisce di significati sempre nuovi, superando le tradizionali definizioni che lo hanno accompagnato nel corso della storia. Oggi, la bellezza non è più solo legata a canoni estetici classici, ma può manifestarsi anche attraverso esperienze più complesse, come il dolore o la criminalità, come evidenziato nelle opere di Fëdor Dostoevskij.
Riflessioni sul concetto di bellezza
Un’importante riflessione su questo tema è stata proposta dal filosofo spagnolo Francisco Jarauta, presente al Festivalfilosofia, che si svolge dal 15 al 17 settembre 2025, nelle città di Modena, Carpi e Sassuolo. Quest’edizione del festival ha come tema centrale Paideia, un concetto non comune ma denso di significato, che trae origine dalla parola greca “pais”, ovvero bambino, e si riferisce alla formazione integrale dell’individuo, abbracciando le dimensioni intellettuale, etica ed estetica.
La percezione dei paesaggi naturali
Nel corso dell’intervista, Jarauta ha analizzato anche come la nostra percezione dei paesaggi naturali sia cambiata nel tempo, passando da un’esperienza privata a una condivisione pubblica attraverso i social media. Ha sottolineato che il nostro rapporto con la natura è mutato radicalmente: fino al 1700, era qualcosa da osservare direttamente, attraverso i sensi. Oggi, invece, ci troviamo immersi in una cultura visiva, dove le immagini sostituiscono l’esperienza diretta, portando a una diminuzione della nostra connessione fisica e reale con l’ambiente circostante. Siamo diventati più concentrati su ciò che vediamo piuttosto che su ciò che possiamo realmente misurare e percepire.
La carriera di Francisco Jarauta
Francisco Jarauta ha una carriera accademica di grande rilievo, avendo insegnato Filosofia presso l’Università di Murcia e ricoprendo il ruolo di visiting professor in diverse università europee e americane. Ha condotto ricerche approfondite in Storia, Storia dell’Arte e Filosofia in prestigiose istituzioni come le Università di Valencia, Roma, Münster, Berlino e Parigi. Oltre al suo impegno accademico, ha curato mostre internazionali e collabora con istituzioni di ricerca e analisi a livello globale. La sua opera unisce l’estetica, l’arte e la filosofia, con una partecipazione attiva nei consigli di amministrazione di vari centri culturali, contribuendo così a un dialogo continuo tra la teoria e la pratica culturale.