Nell’Oristanese, il West Nile Virus sta mostrando una diffusione preoccupante, con un incremento significativo dei casi a causa della proliferazione delle zanzare, favorita dal clima caldo-umido. Federico Argiolas, commissario straordinario della Asl 5, si trova a gestire una delle aree più colpite d’Italia, dove si registrano già 30 contagi. Argiolas sottolinea che la situazione non è solo di natura sanitaria, poiché la presenza di risaie e acquitrini nelle vicinanze delle abitazioni rappresenta un rischio sistemico costante. “Anche se stiamo monitorando la filiera produttiva, la vicinanza delle abitazioni a queste aree è un fattore di rischio”, afferma il commissario. Per affrontare il problema, la Asl di Oristano ha chiesto la creazione di un tavolo di lavoro comune. “È necessario un approccio interdisciplinare e intersettoriale”, ha dichiarato Argiolas. Lunedì prossimo, il commissario avrà un incontro con la rappresentante dell’Anci, sindaca di Arborea, il commissario straordinario della Provincia, l’istituto zooprofilattico sperimentale e la struttura regionale che gestisce il sangue.
Utilizzo di droni per il monitoraggio
Il virus si diffonde nelle zone umide dell’Oristanese attraverso gli uccelli migratori, e successivamente le zanzare lo trasmettono all’uomo e ai cavalli. Argiolas ha evidenziato l’importanza di intervenire su questo passaggio critico. “Non basta proteggersi dalle punture con repellenti e abiti lunghi”, ha spiegato. “È fondamentale monitorare le pozze d’acqua, i sottovasi e le ciotole per gli animali, che spesso si trovano in ambienti privati e non controllati”. Secondo il commissario, è essenziale una maggiore collaborazione da parte dei cittadini. “Un suggerimento che porteremo al tavolo di lunedì è l’utilizzo di droni per mappare il territorio e identificare i punti critici”, ha concluso Argiolas. Ha anche messo in guardia sulla presenza di edifici abbandonati dove le zanzare possono proliferare, sottolineando la necessità di un impegno collettivo, inclusa l’eventualità di sanzioni per chi non effettua i controlli necessari.
Situazione epidemiologica in Italia
Secondo il decimo bollettino della sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi confermati di infezione da West Nile Virus in Italia sono saliti a 647, con un incremento di 65 casi rispetto al precedente report. I decessi attribuiti al virus ammontano a 47. Tra i casi notificati, 300 hanno manifestato una forma neuro-invasiva, con distribuzioni in diverse regioni: 15 in Piemonte, 39 in Lombardia, 24 in Veneto e così via. Sono stati identificati anche 54 casi asintomatici in donatori di sangue e 284 casi di febbre, compreso un caso importato dal Kenya. Tra i decessi, 7 sono stati registrati in Piemonte, 5 in Lombardia, 1 in Emilia-Romagna, 16 nel Lazio, 15 in Campania, 2 in Calabria e 1 in Sardegna. La letalità del virus nelle forme neuro-invasive è attualmente del 15,8%, in calo rispetto agli anni precedenti.
Altre arbovirosi in aumento
Focalizzandosi sulle altre arbovirosi, dal 1 gennaio al 16 settembre 2025, sono stati confermati 246 casi di Chikungunya in Italia, con 41 collegati a viaggi all’estero e 205 autoctoni. L’età media dei contagiati è di 60 anni, con una prevalenza del 48% di uomini. Non si registrano decessi. Sono emersi quattro episodi di trasmissione locale del virus, principalmente in Emilia-Romagna e Veneto. Il focolaio più ampio, con 160 casi, si trova in un comune della provincia di Modena, mentre un altro focolaio più contenuto ha 42 casi confermati in provincia di Verona. Sono in corso indagini epidemiologiche per monitorare la situazione. Inoltre, sono stati segnalati 134 casi di Dengue, di cui 130 associati a viaggi all’estero e 4 autoctoni, senza decessi. Il monitoraggio continua, dato l’aumento delle infezioni e la necessità di interventi tempestivi.