L’Italia si trova ad affrontare una sfida significativa con l’emergere dell’Alzheimer, una malattia che compromette la memoria e altera profondamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie. Nel 2025, il numero di persone colpite da demenza nel Paese ha raggiunto livelli allarmanti, richiedendo un’attenzione urgente da parte delle istituzioni e della società .
La diffusione della demenza in Italia
Attualmente, in Italia si stima che ci siano circa 1,2 milioni di casi di demenza tra gli individui di età pari o superiore ai 65 anni. A questa cifra si aggiungono circa 24mila casi di demenza giovanile, che riguardano le persone di età compresa tra i 35 e i 64 anni. Inoltre, circa 950mila individui soffrono di Mild Cognitive Impairment, una condizione che spesso precede l’insorgenza della demenza. Considerando che circa 4 milioni di familiari convivono con queste problematiche, è possibile affermare che circa il 10% della popolazione italiana è direttamente influenzata da disturbi cognitivi.
Giornata mondiale dell’alzheimer
I dati sono stati presentati in occasione del World Alzheimer’s Day, che si celebra il 21 settembre di ogni anno. L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha svolto un ruolo cruciale nel monitorare e analizzare la situazione, attraverso attività come la mappatura dei centri dedicati alla malattia e la ricerca nel campo delle neuroscienze. La demenza, definita come una condizione clinica di natura cronico-degenerativa, si manifesta attraverso deficit cognitivi progressivi, che possono includere problemi di memoria, linguaggio e funzioni esecutive. Questa malattia rappresenta una delle principali cause di disabilità in Italia, con un costo annuale stimato di 23 miliardi di euro, di cui il 63% è sostenuto dalle famiglie.
Campanelli d’allarme della malattia
Gli esperti segnalano dieci segnali che possono indicare l’insorgere della malattia. Tra questi, la perdita di memoria che influisce sulla vita quotidiana è uno dei più evidenti. Altri segnali includono difficoltà nella pianificazione o nella risoluzione di problemi, confusione riguardo a luoghi e date, e cambiamenti nell’umore o nella personalità . Riconoscere questi sintomi è fondamentale per una diagnosi precoce e per l’avvio di eventuali trattamenti.
Fattori di rischio modificabili
Secondo gli esperti dell’Iss, l’età è il principale fattore di rischio non modificabile per la demenza. Tuttavia, esistono 14 fattori di rischio modificabili che possono influenzare l’insorgenza della malattia. Questi includono un basso livello di istruzione, ipertensione, obesità , fumo, e inattività fisica. Interventi mirati su questi aspetti potrebbero ridurre i casi di demenza fino al 45%, secondo la Lancet Commission 2024. È importante anche notare che alcune mutazioni genetiche possono contribuire a forme rare della malattia.
L’Osservatorio Demenze dell’Iss si impegna a promuovere politiche di prevenzione e a implementare programmi integrati per la demenza. Tra i risultati significativi ottenuti ci sono analisi delle politiche di prevenzione e indagini sulle condizioni socioeconomiche dei caregiver. La mappatura dei servizi dedicati ha portato al censimento di 511 centri per disturbi cognitivi e 1.671 RSA in tutto il Paese, evidenziando l’importanza di una rete di supporto adeguata per affrontare questa emergenza sanitaria.