Nicola Casucci, il giovane rider di 18 anni morto in un incidente durante una consegna per finanziare gli studi

Rosita Ponti

Settembre 21, 2025

Un tragico incidente ha stravolto la vita della comunità di Andria, dove un giovane di appena diciotto anni, Nicola Casucci, ha perso la vita in un incidente stradale mentre tornava a casa dopo il suo turno come rider. Il ragazzo, studente rispettato e amato da compagni e insegnanti, aveva iniziato da poco a lavorare per un’azienda di consegne a domicilio, con l’intento di sostenere le proprie spese e proseguire gli studi. La notizia della sua morte ha scatenato un’ondata di dolore e indignazione tra i cittadini, che si sono uniti nel pianto per una vita spezzata in modo così prematuro.

La tragedia dell’ultima consegna

Nella serata di venerdì 14 marzo 2025, Nicola stava effettuando l’ultima consegna della giornata in bicicletta. Intorno alle 23:30, all’incrocio tra viale Virgilio, via Ospedaletto e viale Orazio, la sua bici è entrata in collisione con un’utilitaria condotta da una donna di 28 anni, biologa di Andria. L’impatto è stato devastante: il giovane è stato sbalzato a terra, riportando gravi traumi al torace e alla testa. I soccorso, giunti rapidamente sul posto, hanno tentato disperatamente di rianimarlo. Trasportato d’urgenza all’ospedale “Bonomo”, il suo cuore ha smesso di battere poco dopo l’arrivo. La conducente del veicolo, in stato di shock, è risultata negativa ai test per alcol e sostanze stupefacenti. Entrambi i mezzi coinvolti nell’incidente sono stati sequestrati per le indagini. La Procura di Trani ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, iscrivendo l’automobilista nel registro degli indagati.

Chi era Nicola Casucci: studente e lavoratore

Nicola era un giovane studente dell’ultimo anno del liceo tecnico “Ettore Carafa” di Andria. Da poche settimane aveva iniziato a lavorare per la società “Godez”, attiva nel settore delle consegne a domicilio, ma non aveva ancora ricevuto il suo primo stipendio. Per il ragazzo, quel lavoro rappresentava un’opportunità concreta per contribuire alle spese familiari e proseguire gli studi. Viveva nel quartiere Europa e la sua vita si svolgeva tra scuola e lavoro, caratterizzata da impegno e sacrificio. I compagni di classe hanno voluto ricordarlo con un mazzo di fiori bianchi deposto sul suo banco, mentre gli insegnanti hanno sottolineato la sua dedizione e gentilezza.

La dinamica dell’incidente e le indagini in corso

Le prime ricostruzioni dell’incidente indicano che Nicola stava pedalando quando, per motivi ancora da chiarire, si è verificato lo scontro con l’automobile. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i rilievi per individuare eventuali responsabilità. La Procura ha deciso di non disporre l’autopsia, restituendo la salma ai familiari per i funerali che si svolgeranno lunedì 17 marzo 2025 alle 10 nella chiesa Madonna della Grazia. Nel frattempo, i carabinieri continuano le indagini, supportati da consulenze tecniche sui mezzi coinvolti.

Il dolore della scuola e della comunità

La morte di Nicola ha colpito profondamente la città di Andria. La scuola “Ettore Carafa” ha espresso il proprio cordoglio attraverso un messaggio pubblico: “Il ricordo di Nicola rimarrà sempre vivo in tutti noi”. La comunità si è unita attorno alla famiglia del giovane, dedicando una giornata al tema del lavoro dignitoso e sicuro durante il triduo di preparazione alla festa patronale. La sindaca Giovanna Bruno ha chiesto un momento di silenzio e riflessione per la tragedia che ha colpito non solo Nicola, ma anche un altro cittadino, Antonio Grumo, deceduto poche ore dopo in un incidente stradale. Anche la diocesi andriese ha espresso parole di dolore e riflessione, evidenziando la necessità di garantire un lavoro dignitoso e sicuro.

La richiesta di più tutele per i rider

Il tragico caso di Nicola ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei rider e dei lavoratori precari in generale. I sindacati hanno espresso le loro condoglianze alla famiglia e hanno chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale per garantire maggiori tutele. “Non possiamo accettare che giovani vite si spezzino per mancanza di sicurezza”, è stato il chiaro messaggio proveniente dal mondo sindacale. La tragedia di Nicola rappresenta un simbolo delle difficoltà affrontate da molti ragazzi che, come lui, cercano di bilanciare studio e lavoro in condizioni spesso precarie.

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