Mohammed Sawafta, un agricoltore di Bardala, in Cisgiordania, si trova in una situazione drammatica. Nel corso dell’ultimo anno, ha visto il suo terreno, che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni, ridursi a una desolazione. La produzione di coltivazioni di peperoncino, anguria e orzo è crollata di ben novanta punti percentuali. La sua angoscia è palpabile, e il pensiero di non riuscire a nutrire i suoi figli lo ha portato a un punto di disperazione.
Espropriazioni e conflitti a Bardala
A Bardala, la situazione è diventata insostenibile a causa dell’azione dei coloni. Questi, mese dopo mese, hanno espropriato con la forza i terreni agricoli, facendo pascolare il loro bestiame e rivendicando la proprietà dei terreni che appartenevano storicamente agli abitanti locali. Ogni tentativo di resistenza da parte degli agricoltori come Sawafta viene represso con la brutalità . Non è raro che, in risposta a una protesta, venga effettuata una chiamata e che l’esercito israeliano intervenga, spesso accompagnato dalla nube di polvere sollevata dai veicoli militari in avvicinamento.
La comunità di Bardala sta affrontando una crisi profonda. Gli agricoltori, privati della loro terra e delle loro risorse, si trovano a dover affrontare non solo la perdita economica, ma anche una crescente insicurezza alimentare. La paura di ulteriori espropri e la presenza costante delle forze di sicurezza israeliane contribuiscono a creare un clima di tensione e impotenza.
Le conseguenze sulla vita quotidiana
La vita quotidiana per Mohammed Sawafta e la sua famiglia è diventata estremamente difficile. L’assenza di un reddito stabile e la mancanza di mezzi per procurarsi cibo hanno portato a una crisi familiare. I bambini, privati della sicurezza alimentare, vivono in un clima di incertezza che influisce sulla loro salute e sul loro benessere. La situazione si aggrava ulteriormente con l’arrivo di ogni nuova stagione di raccolta, che porta con sé l’ulteriore dolore di vedere i propri sforzi vanificati.
La comunità locale sta cercando di trovare modi per resistere a questa oppressione, ma le risorse sono limitate e il supporto esterno è scarso. La speranza di una soluzione pacifica sembra allontanarsi sempre di più, mentre le famiglie come quella di Sawafta continuano a lottare per la loro sopravvivenza in un contesto di conflitto e ingiustizia.