Il Sudan si trova attualmente a fronteggiare una delle crisi umanitarie più gravi a livello globale. A fine agosto 2025, le stime indicano che sono quasi 10 milioni le persone sfollate all’interno del Paese. Più di 30 milioni di abitanti, ovvero oltre la metà della popolazione, necessitano urgentemente di assistenza umanitaria. Tra questi, il 51,4% sono bambini, il 43,4% adulti e il 5,3% anziani.
La presenza di COOPI in Sudan
L’organizzazione COOPI opera in Sudan dal 2004 e ha recentemente ristrutturato i propri interventi per affrontare in modo più efficace la crisi attuale. Nel 2024, attraverso dieci progetti, COOPI ha raggiunto quasi 150.000 persone, offrendo supporto in aree cruciali come la sicurezza alimentare, il miglioramento delle condizioni igieniche, l’approvvigionamento idrico, la protezione e l’assistenza umanitaria, oltre alla riduzione dei rischi legati ai disastri.
Recentemente, a seguito dell’attacco al campo sfollati di Zamzam, che ha costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire verso El Fasher, COOPI ha avviato un intervento umanitario d’urgenza. Questo intervento, sostenuto dal Sudan Humanitarian Fund di OCHA, mira a ridurre i rischi sanitari per la popolazione colpita e a garantire standard igienici di base.
Le parole di Chiara Zaccone
Chiara Zaccone, capomissione di COOPI in Sudan, ha dichiarato da Port Sudan: “Dall’inizio del conflitto, COOPI non ha mai abbandonato il Paese. Abbiamo adattato la nostra risposta affinché fosse emergenziale, mantenendo la flessibilità necessaria per raggiungere le persone in maggiore difficoltà”. Zaccone ha evidenziato come negli ultimi anni l’organizzazione abbia lavorato per garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi di sostegno psicosociale, ambiti nei quali si registra un crescente bisogno.
La violenza del conflitto ha avuto un impatto devastante, in particolare su donne e bambini. “Il numero di casi di violenza sessuale riportati è estremamente elevato, colpendo sia donne che bambini”, ha aggiunto. “Le testimonianze delle persone che assistiamo sono strazianti, piene di violenza e traumi che potrebbero non essere mai completamente sanati. La guerra sta lasciando un segno profondo; noi di COOPI ci impegniamo ogni giorno per migliorare la vita della popolazione civile, che è la principale vittima di questo conflitto in corso“.