Fiato sospeso e attenzione massima per l’eurodeputata Ilaria Salis, il 3 ottobre 2025, in occasione del voto della Commissione affari giuridici del Parlamento Europeo riguardo alla richiesta di revoca della sua immunità. La situazione che circonda l’eurodeputata del partito Avs a Bruxelles rimane incerta.
Il voto di oggi non rappresenta la decisione finale; la parola definitiva spetterà all’Aula, con un passaggio previsto nella prima settimana di ottobre, indipendentemente dall’esito di questa votazione. Tradizionalmente, la plenaria tende a confermare il parere della commissione, rendendo questo momento cruciale per Salis.
Le prospettive attuali non sono favorevoli per l’eurodeputata. A poche ore dal voto, ha rilasciato un’intervista a Corriere.it, esprimendo un ultimo appello: “Voglio essere processata, ma in Italia“. Salis teme che il processo in Ungheria sia già predeterminato. Ha quindi rivolto un appello al governo di Giorgia Meloni, affermando: “Sono convinta che sia in grado di garantire che il processo si svolga in Italia. Questo è ciò che richiedo con fermezza”.
Il voto in commissione e l’incertezza dei numeri
Nella Commissione affari giuridici, la situazione è delicata: attualmente, 11 eurodeputati su 25 si sono dichiarati pronti a difendere l’immunità di Salis. Tra questi, ci sono rappresentanti della sinistra, come il pentastellato Mario Furore, membri dei Verdi, dei Liberali e dei Socialisti, incluso il democratico Brando Benifei. D’altra parte, 7 eurodeputati sembrano orientati a votare per la revoca, provenienti dai gruppi sovranisti come Europa delle Nazioni Sovrane e Patrioti, e dai Conservatori di ECR, tra cui il meloniano Mario Mantovani.
Il gruppo del Partito Popolare Europeo (Ppe) sarà cruciale: attualmente, 7 eurodeputati di questo gruppo sembrano inclinati verso la revoca dell’immunità, come evidenziato nella riservata relazione del relatore, lo spagnolo Adriàn Vàzquez Làzara. Tuttavia, la relazione di Vàzquez ha suscitato perplessità all’interno del Ppe, poiché l’assenza di “fumus persecutionis” potrebbe spingere alcuni membri a riconsiderare il loro voto. Fonti vicine al dossier segnalano che basterebbero solo due defezioni nel gruppo per garantire la salvezza di Salis.
Le complicazioni della campagna elettorale ungherese
La campagna elettorale in Ungheria aggrava ulteriormente la situazione di Salis. Il voto sull’eurodeputata di Avs si sovrapporrà a quello riguardante la revoca dell’immunità dell’eurodeputato popolare ungherese Pèter Magyar, un ex membro del governo ora leader dell’opposizione e candidato di spicco per le prossime elezioni di aprile.
Per il Ppe, sarebbe vantaggioso accoppiare i due voti, emettendo un giudizio negativo sul sistema giudiziario ungherese e avvalorando l’idea di persecuzione politica. Tuttavia, alcuni membri temono che se Magyar e Salis dovessero rifugiarsi dietro la loro immunità, Viktor Orbán potrebbe trarre vantaggio dalla situazione a favore della sua campagna euroscettica. La questione di Ilaria Salis rischia quindi di rimanere intrappolata nelle dinamiche politiche interne dell’Ungheria.
In questo contesto, l’immagine dell’Eurocamera è anch’essa in gioco. La vicepresidente ed eurodeputata Dem Pina Picierno ha lanciato un appello, sottolineando che opporsi alla revoca dell’immunità significa difendere l’autonomia delle istituzioni europee. Ha esortato i popolari a sostenere Salis, accusando il primo ministro ungherese di adottare metodi repressivi simili a quelli di Vladimir Putin.