ONU, Macron e la “responsabilità storica”: Parigi ufficializza il riconoscimento della Palestina

Veronica Robinson

Settembre 23, 2025

La Francia ha ufficialmente riconosciuto lo Stato di Palestina, un annuncio reso noto dal presidente Emmanuel Macron durante la sua allocuzione ai leader presenti a New York per l’ottantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite, tenutasi il 25 settembre 2025. Macron ha sottolineato la “responsabilità storica” della Francia in questo gesto, affermando che il popolo palestinese non deve essere considerato un “popolo di troppo”. Questo riconoscimento, ha aggiunto, non diminuisce i diritti del popolo israeliano, i quali sono stati sostenuti dalla Francia sin dall’inizio del conflitto.

Secondo il presidente francese, l’adozione della soluzione dei due Stati rappresenta la chiave per raggiungere una pace duratura per Israele e per sconfiggere Hamas. Macron ha dichiarato che è giunto il momento di fermare il massacro e di avviare un processo di pace concreto. Durante l’assemblea, i banchi di Israele e degli Stati Uniti sono rimasti vuoti, poiché entrambi i paesi hanno deciso di boicottare l’evento. La delegazione palestinese ha accolto la notizia con grande emozione, mentre il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha applaudito l’iniziativa collegato da Ramallah, nonostante la Casa Bianca gli avesse negato il visto d’ingresso.

Il riconoscimento della Palestina come Stato è stato seguito da altri paesi, tra cui Belgio, Andorra, Lussemburgo e San Marino. Nello stesso fine settimana, anche Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo hanno dato il loro via libera, aumentando così il numero di nazioni che supportano la causa palestinese.

A New York, il vicepremier italiano Antonio Tajani, arrivato prima della premier Giorgia Meloni, ha ribadito la posizione di Roma riguardo alla questione. L’Assemblea generale si preannuncia infuocata, con grande attesa per gli interventi di Benjamin Netanyahu e Donald Trump. Quest’ultimo è previsto incontrare i leader di Qatar, Arabia Saudita, Emirati e altri paesi musulmani, nella ricerca di una tregua a Gaza. Secondo alcune fonti, Trump starebbe anche preparando sanzioni contro la Corte penale internazionale, accusata di aver incriminato Netanyahu, suo alleato.

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