Il relatore della Giunta per le autorizzazioni della Camera, Federico Gianassi del Partito Democratico, ha concluso la sua relazione richiedendo all’organo parlamentare di concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, oltre al sottosegretario Alfredo Mantovano, indagati per la vicenda del generale libico Almasri. Il voto della Giunta è atteso per il 30 settembre 2025.
Le dichiarazioni di Gianassi sugli obblighi internazionali
Nel suo intervento, Gianassi ha evidenziato come i ministri Nordio e Piantedosi, insieme al sottosegretario Mantovano, non abbiano perseguito né un interesse di rilevanza costituzionale né un preminente interesse pubblico. Secondo il relatore, le loro decisioni sarebbero state dettate da un mero opportunismo politico, influenzato da timori infondati e privi di evidenze concrete. Questo, ha affermato, dimostra la vulnerabilità del Governo italiano di fronte a bande armate operanti all’estero, le quali violano i diritti umani e commettono crimini internazionali.
Gianassi ha sottolineato che la debolezza del Governo, esposta a potenziali ricatti da parte di milizie armate, non giustifica l’immunità dal processo penale per i ministri accusati di violazioni della legge. La loro condotta, secondo quanto riportato, ha portato a una grave violazione degli obblighi internazionali dell’Italia, compromettendo l’interesse della comunità internazionale nel perseguire i responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità . Le scriminanti previste dall’articolo 9 della legge costituzionale n. 1 del 1989 non sarebbero applicabili in questo caso. Gianassi ha concluso affermando che la responsabilità politica per aver nascosto la vera natura delle decisioni prese è evidente, presentando tali scelte come inevitabili conseguenze giuridiche, quando in realtà sarebbero frutto di calcoli politici discutibili e cedimenti a pressioni esterne. Questo comportamento ha minato la credibilità internazionale dell’Italia e la trasparenza del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento.
Il caso di Osama Elmasri e il suo rilascio
Le autorità italiane hanno rilasciato Osama Elmasri, noto anche come Almasri Njeem, sospettato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale, il 21 gennaio 2025. La decisione è stata presa dalla Corte di Appello di Roma nell’ambito del procedimento 11/2025 R.G.A.I..
Elmasri era stato arrestato il 19 gennaio 2025 dalla polizia giudiziaria italiana in seguito a un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale il 18 gennaio 2025. Questo arresto ha suscitato diverse polemiche, soprattutto in relazione alla gestione della situazione da parte delle autorità italiane. Il rilascio di Elmasri ha sollevato interrogativi sulla capacità del Governo di affrontare tali casi delicati, soprattutto considerando il contesto di violazioni dei diritti umani e di crimini di guerra.
Le accuse nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano
Le accuse formulate nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano sono gravi. Per Nordio si parla di omissione di atti d’ufficio, mentre per Piantedosi e Mantovano si configura il concorso in favoreggiamento e, per entrambi, anche il concorso in peculato.
Il Tribunale dei ministri ha contestato questi reati nella richiesta di autorizzazione a procedere nel caso Almasri, il quale, ricercato per crimini di tortura, è stato rimpatriato in Libia su un volo di Stato italiano, invece di essere arrestato. Le risultanze dell’inchiesta hanno portato il Tribunale a chiedere l’autorizzazione a procedere contro i tre membri del Governo.
Nelle 90 pagine di inchiesta presentate, i giudici del Tribunale dei Ministri, guidati dalla presidente Maria Teresa Cialoni, hanno ricostruito cronologicamente gli eventi, dalla richiesta di arresto della Corte Penale Internazionale fino alla liberazione e al rimpatrio di Elmasri. Sono inclusi documenti, e-mail e dichiarazioni scambiate tra i vertici del governo e le istituzioni, culminando con le accuse formulate. Le implicazioni di questa vicenda potrebbero avere ripercussioni significative sulla politica estera italiana e sulla sua reputazione internazionale.