Una donna di 70 anni si è presentata in aula, assistita dalla propria legale, per costituirsi come “persona offesa” in relazione all’acquisto di un Pandoro Pink Christmas. Questo evento ha avuto luogo durante la prima udienza del procedimento che coinvolge Chiara Ferragni, accusata di truffa aggravata insieme ad altre due persone, per i noti casi legati al dolce natalizio e alle uova di Pasqua. L’imprenditrice ha sempre sostenuto di non aver commesso alcun reato.
La signora Adriana e il procedimento
La signora Adriana, identificata come l’unica consumatrice a entrare nel procedimento come parte offesa, potrebbe non continuare a partecipare come parte civile per eventuali danni, nonostante avesse presentato una richiesta in tal senso. Durante l’udienza a porte chiuse, si è appreso che i legali della donna, Giulia Cenciarelli e Mauro Di Salvia, stanno cercando di raggiungere un accordo con i difensori dell’influencer, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, attraverso un’offerta risarcitoria al di fuori del procedimento.
Il presunto danno e la denuncia
Secondo quanto emerso, il presunto danno subito dalla signora Adriana è stato quantificato in circa 500 euro. L’avvocato Cenciarelli ha spiegato che la donna desiderava fare beneficenza, essendo una fervente cattolica, e si è accorta solo lo scorso aprile che il suo gesto non aveva avuto l’esito sperato. La legale ha riferito ai giornalisti che la consumatrice, una volta scoperta la situazione, ha presentato denuncia, conservando anche la foto dell’acquisto del pandoro. È molto probabile che nei prossimi giorni accetti l’offerta risarcitoria e si ritiri dal procedimento.
Data dell’udienza pre-dibattimentale
L’udienza pre-dibattimentale è stata fissata per il 4 novembre 2025, quando il giudice della terza penale, Ilio Mannucci Pacini, deciderà se accogliere o meno due richieste di costituzione di parte civile presentate da due associazioni, l’Adicu e la Casa del consumatore. Il Codacons, che aveva precedentemente presentato una denuncia, ha già ritirato la sua richiesta dopo aver raggiunto un accordo con Ferragni.
Decreto di citazione e coimputati
A fine gennaio, a Chiara Ferragni è stato notificato il decreto di citazione diretta a giudizio, firmato dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli. Questo decreto coinvolgeva anche i coimputati, Fabio Damato, ex collaboratore dell’influencer, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. La procedura ha incluso anche Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda dolciaria piemontese, deceduta lo scorso agosto dopo una lunga malattia.
Intenzione di partecipare alle udienze
Ferragni non era presente in aula durante questa udienza tecnica, ma ha manifestato l’intenzione di partecipare alle prossime sedute per dimostrare la sua innocenza e rispondere alle accuse. I suoi legali sostengono che non ha commesso alcun reato e che ha già concluso il fronte amministrativo, effettuando donazioni per un totale di 3,4 milioni di euro.
Indagini e presunti profitti
Secondo i pubblici ministeri, che hanno coordinato le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, tra il 2021 e il 2022 Ferragni avrebbe ingannato i suoi follower e i consumatori, generando presunti profitti ingiusti per circa 2,2 milioni di euro. Il procedimento rimane attualmente in fase pre-dibattimentale e gli imputati potrebbero richiedere riti alternativi, come quello abbreviato.