L’imprenditore Emanuele Ragnedda, 41 anni, originario di Arzachena, ha ammesso di aver ucciso la 33enne Cinzia Pinna, residente a Castelsardo. La confessione è avvenuta il 25 settembre 2025, durante le indagini che hanno portato al ritrovamento del corpo della donna, scomparsa dall’11 settembre, nella tenuta di Ragnedda, situata nella Conca Entosa, nelle campagne attorno a Palau.
Attività nel settore vinicolo
Ragnedda, noto per la sua attività nel settore vinicolo, ha guadagnato notorietà per aver lanciato sul mercato “il bianco più caro d’Italia”, venduto a 1.800 euro a bottiglia. La sua confessione ha sollevato un’ondata di shock nella comunità locale, già scossa dalla scomparsa di Cinzia Pinna. La donna era stata vista per l’ultima volta in un locale di Palau, dove si trovava in compagnia di Ragnedda e di un giovane milanese di 26 anni, attualmente sotto indagine per occultamento di cadavere.
Indagini in corso
Le autorità stanno ora approfondendo le circostanze che hanno portato a questo tragico evento. Le indagini si concentrano sui dettagli del rapporto tra Ragnedda e Pinna, cercando di chiarire le motivazioni che hanno spinto l’imprenditore a compiere un gesto così estremo. La confessione potrebbe rivelarsi cruciale per la prosecuzione del caso e per comprendere il contesto in cui è avvenuto l’omicidio.
Reazioni della comunità
La comunità di Castelsardo e Arzachena è in stato di shock per l’accaduto, con molti che si interrogano sulle dinamiche che hanno portato a questa tragedia. La polizia sta raccogliendo testimonianze e prove per ricostruire gli eventi e garantire che giustizia venga fatta per Cinzia Pinna.