Un arresto per omicidio e occultamento di cadavere ha segnato un importante passo avanti nelle indagini relative al delitto che ha sconvolto la città di Spoleto. La vittima, Sagor Bala, un giovane di 21 anni originario del Bangladesh, era scomparso da alcuni giorni e il suo corpo è stato ritrovato smembrato all’interno di un sacco nero nei pressi della linea ferroviaria. L’uomo arrestato è Dmytro Shuryn, 32 anni, cittadino ucraino, attualmente detenuto nel carcere di Spoleto con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Le indagini, complesse e articolate, hanno fatto affidamento su testimonianze e filmati di videosorveglianza che sono stati considerati dalla Procura come “riscontri univoci”. Resta da chiarire il movente che ha portato a questo gesto estremo e la ricerca delle parti mancanti del corpo della vittima è ancora in corso.
Il ritrovamento del cadavere e i primi sospetti
Il corpo di Sagor Bala è stato scoperto il 24 settembre all’interno di un sacco nero, in un’area situata tra via XIV Giugno e via Primo Maggio, una zona che confina con un giardino pubblico e la linea ferroviaria. Accanto al sacco è stata trovata la sua bicicletta elettrica, un dettaglio che ha facilitato l’identificazione della vittima. Le prime perquisizioni si sono concentrate sull’abitazione e sulla cantina di Shuryn, che sono state immediatamente poste sotto sequestro, così come la sua automobile. Gli inquirenti hanno focalizzato le loro indagini sull’ucraino, con il quale Bala aveva avuto rapporti lavorativi e personali.
Il profilo della vittima e i legami con l’indagato
Sagor Bala, noto con il soprannome di “Obi”, viveva in un centro di accoglienza e lavorava come aiuto cuoco. Era scomparso il 18 settembre, senza dare notizie né recarsi al lavoro. Diverse testimonianze hanno ricostruito le sue ultime ore: alcuni residenti lo hanno visto in piazza Garibaldi a Spoleto poco prima della sua scomparsa. Shuryn e Bala avevano lavorato nello stesso ristorante fino a qualche mese fa, e il giorno della scomparsa l’ucraino si era offerto di assisterlo nella compilazione di alcuni documenti. Questo legame ha alimentato i sospetti degli investigatori.
Telecamere e testimonianze decisive per il fermo
Il progresso nelle indagini è stato possibile grazie alle dichiarazioni di conoscenti di Bala e vicini di Shuryn, che sono state definite “decisive” dal procuratore Claudio Cicchella. Inoltre, le immagini estratte dai sistemi di videosorveglianza, sia pubblici che privati, nelle vicinanze del luogo del ritrovamento hanno fornito prove chiare sui movimenti sospetti di Shuryn. Questi elementi hanno permesso di consolidare le accuse e di procedere con il fermo, eseguito dai carabinieri della Compagnia di Spoleto, coadiuvati dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura.
Le contestazioni della Procura e la posizione di Shuryn
L’arresto di Dmytro Shuryn è avvenuto con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, aggravato dalla distruzione e soppressione di parti del corpo. Al momento del suo arresto, Shuryn non ha rilasciato dichiarazioni spontanee. In un precedente interrogatorio, aveva scelto di non rispondere. Gli inquirenti hanno sequestrato diversi dispositivi, inclusi il suo cellulare, ora oggetto di analisi per verificare spostamenti, messaggi e contatti avuti nei giorni precedenti alla scomparsa di Bala. Le indagini continuano per ricostruire con precisione la dinamica dell’omicidio e chiarire le circostanze che hanno portato al delitto.
Indagini in corso: movente da chiarire e corpo da ricomporre
Attualmente, il movente rimane sconosciuto. Le ipotesi formulate non hanno ancora trovato conferme definitive. Gli investigatori ritengono che ulteriori prove possano emergere dall’analisi dei dispositivi sequestrati e da nuove testimonianze. È ancora in corso la ricerca delle parti mancanti del corpo del giovane, un aspetto cruciale per completare l’indagine medico-legale e rafforzare l’impianto accusatorio. Sebbene il fermo rappresenti un passo significativo, la Procura continua a lavorare per ricostruire l’intera vicenda, cercando di fornire risposte a una comunità profondamente colpita da questo atroce delitto.