Davide Lacerenza riacquista la libertà: revocati i domiciliari per il titolare della Gintoneria

Rosita Ponti

Settembre 26, 2025

Davide Lacerenza, noto imprenditore e gestore della celebre Gintoneria di Milano, ha riacquistato la libertà dopo un lungo periodo di detenzione. Il 25 settembre 2025, nel tardo pomeriggio, il giudice del tribunale di Milano ha deciso di revocare gli arresti domiciliari che lo avevano costretto a rimanere confinato per oltre sei mesi. La notizia è stata diffusa da Giuseppe Cruciani attraverso un post sul suo profilo Instagram, dove ha annunciato la cessazione della misura restrittiva. Lacerenza, che è attualmente oggetto di indagini per autoriciclaggio, sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti, dovrà comunque rispettare l’obbligo di dimora nel Comune di Milano, limitando ulteriormente la sua libertà di movimento. Questo sviluppo ha attirato l’attenzione su uno dei locali più controversi della città, già soggetto a provvedimenti amministrativi per questioni di ordine pubblico.

La figura di Davide Lacerenza e il suo arresto

Davide Lacerenza è un imprenditore conosciuto nel panorama della nightlife milanese, noto per la gestione de “La Gintoneria di Davide”, un locale trendy situato in via Napo Torriani, nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Il 4 marzo 2025, Lacerenza è stato arrestato insieme alla sua ex compagna, Stefania Nobile. Le autorità hanno formulato nei suoi confronti gravi accuse, sostenendo che fosse al centro di un complesso sistema di attività illecite, che includeva prostituzione, traffico di droga e movimentazione di denaro sporco. Le indagini hanno rivelato che i frequentatori del locale erano disposti a spendere somme considerevoli, in alcuni casi oltre un milione di euro in tre anni, per servizi che andavano ben oltre l’intrattenimento. Queste accuse hanno portato all’immediata applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, che è durata per un periodo prolungato.

Le gravi accuse: droga, escort e riciclaggio

L’inchiesta della procura di Milano ha messo in luce come Lacerenza avrebbe utilizzato i proventi derivanti da attività illecite per sostenere il suo stile di vita e per incrementare il fatturato del suo locale. Tra le accuse figurano l’autoriciclaggio, che implica l’uso di capitali provenienti da attività illecite, lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Documenti raccolti dalle autorità evidenziano dettagli inquietanti, come la consegna a domicilio di bottiglie di pregio, cocaina e escort, con pagamenti tracciati. Anche durante il periodo di detenzione domiciliare, alcuni bonifici a favore di Lacerenza hanno attirato l’attenzione degli inquirenti. Le prove raccolte includono testimonianze, intercettazioni e riscontri bancari che corroborano le accuse.

Revoca degli arresti domiciliari: la decisione del giudice

Il pomeriggio del 25 settembre 2025 ha visto un’importante svolta nel caso di Lacerenza, quando il giudice ha deciso di revocare gli arresti domiciliari. La decisione, presa intorno alle 17:30, ha tenuto conto di una nuova valutazione della situazione cautelare, che ha incluso anche lo stato di salute dell’imprenditore. Durante la detenzione, Lacerenza ha subito un sospetto ictus la notte del 1° aprile, che ha richiesto un ricovero ospedaliero. Nonostante la revoca della detenzione domiciliare, il giudice ha imposto un’importante restrizione: Lacerenza non potrà lasciare il Comune di Milano, per garantire un controllo continuo in attesa delle fasi successive del procedimento penale.

Patteggiamenti e udienze di ottobre

L’udienza per Lacerenza e Stefania Nobile è prevista per il 15 ottobre 2025, davanti alla gip Marta Pollicino, per discutere i patteggiamenti. Lacerenza ha proposto di patteggiare 4 anni e 8 mesi, con un risarcimento che comprende centinaia di migliaia di euro in bottiglie di champagne e altri alcolici sequestrati durante le indagini. Nobile ha chiesto una pena di 3 anni, già alleggerita a giugno con la revoca dei domiciliari, e ha espresso la volontà di svolgere lavori di pubblica utilità. La procura, rappresentata dalla pm Francesca Crupi, ha dato parere favorevole agli accordi.

Servizi sociali e pene alternative

Se il giudice accoglierà le richieste di patteggiamento, Lacerenza potrebbe vedere ridotto il suo periodo di pena residua a meno di quattro anni, permettendogli di accedere all’affidamento in prova ai servizi sociali. Per Nobile, la pena di tre anni potrebbe invece consentirle di svolgere lavori di pubblica utilità, come già avvenuto in precedenza in seguito a una condanna per associazione per delinquere e truffa legata al caso delle televendite.

Il locale al centro delle indagini: la Gintoneria chiusa dal questore

In parallelo all’inchiesta, la Gintoneria ha subito un provvedimento amministrativo da parte della Questura di Milano. Il 21 marzo 2025, il questore Bruno Megale ha disposto la revoca della licenza del locale, definendolo una “situazione obiettivamente pericolosa e intollerabile per l’ordine pubblico”. Non è la prima volta che la Gintoneria è finita sotto osservazione: in passato, il locale ha già subito due sospensioni temporanee ai sensi dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps). La revoca definitiva ha comportato la chiusura dell’attività, almeno per il momento.

×