Moldova si prepara al voto di domenica per il rinnovo del Parlamento, decisivo per l’Europa

Veronica Robinson

Settembre 26, 2025

Domenica 28 settembre 2025, la Moldova si prepara a un importante appuntamento elettorale, con il rinnovo del parlamento che potrebbe avere ripercussioni significative sull’intera Europa. Questo piccolo Stato, incastonato tra l’Ucraina e la Romania, riveste un ruolo cruciale nella stabilità geopolitica della regione. La sua posizione strategica è evidenziata dal sostegno a Kiev, dall’export di grano attraverso il Danubio e dalla funzione di barriera contro l’influenza russa. Un possibile ritorno della Moldova sotto l’egida del Cremlino potrebbe compromettere la sicurezza dell’Unione Europea, in particolare per i membri della NATO come Romania, Polonia e Paesi baltici. La rilevanza di questo voto è ben chiara ai leader europei, tanto che a fine agosto 2025, il presidente francese Emmanuel Macron, il premier polacco Donald Tusk e il cancelliere tedesco Merz hanno visitato Chisinau per riaffermare il supporto dell’Unione Europea al percorso di integrazione moldavo. La vittoria delle forze pro-Russia potrebbe intensificare le pressioni ai confini orientali dell’Unione, specialmente considerando la presenza di 1.500 soldati russi in Transnistria, una regione separatista filorussa.

Il calo del partito della presidente Maia Sandu

Attualmente, il Partito Azione e Solidarietà (PAS) della presidente Maia Sandu detiene la maggioranza nel parlamento moldavo con 63 seggi su 101, conquistati nel 2021. Questo partito ha guidato la Moldova verso un maggiore allineamento con l’Unione Europea, avviando i negoziati per l’adesione nel 2024 e partecipando al primo vertice UE-Moldova nel luglio 2025. Tuttavia, i recenti sondaggi rivelano un calo del consenso, con un’indagine condotta dall’Istituto moldavo Idata che mostra una competizione serrata tra il PAS e il Blocco della Vittoria, filorusso. In vista delle elezioni di domenica, il PAS è accreditato al 24.9%, mentre l’opposizione si attesta al 24.7%. Inoltre, il 26.6% degli elettori rimane indeciso. Le ragioni di questo calo di consensi sono da ricercare nelle difficoltà economiche, nella mancanza di progressi tangibili su riforme annunciate, nella lentezza nella lotta alla corruzione e nelle forti pressioni esterne derivanti dalla guerra in Ucraina.

I principali contendenti politici

Le elezioni vedranno in campo diversi blocchi politici. Tra i pro-europei, il PAS e l’Alternativa Bloc si pongono come principali contendenti. Il PAS, pur essendo un partito riformista e anti-corruzione, rischia di perdere la maggioranza e potrebbe essere costretto a formare una coalizione. L’Alternativa Bloc, un nuovo soggetto moderato e critico nei confronti del PAS, include figure note come il sindaco di Chisinau Ion Ceban e l’ex premier Ion Chicu. Questo blocco potrebbe rivelarsi decisivo, ma il passato controverso dei suoi membri solleva interrogativi.

Tra i partiti filorussi, spiccano il Blocco della Vittoria, creato nel 2024 e guidato da esponenti legati a Ilan Shor, e il Blocco dei Comunisti e Socialisti, sotto la guida dell’ex presidente Igor Dodon. Mentre il Blocco della Vittoria propone un modello federale con ampi poteri per regioni come Transnistria e Gagauzia, il Blocco dei Comunisti e Socialisti, pur attenuando la sua opposizione all’Unione Europea, mira a stabilire relazioni più strette con Mosca. Infine, il Partito del Nostro Popolo, un movimento populista guidato da Renato Usatii, si presenta come un’alternativa sia al PAS che ai filorussi, con l’obiettivo di superare la soglia del 5% necessaria per entrare in parlamento.

Tensioni e interferenze pre-elettorali

Nei giorni che precedono il voto, le autorità moldave hanno lanciato un’operazione contro un presunto piano sostenuto dalla Russia per fomentare “rivolte di massa” e destabilizzare il Paese. Sono stati effettuati 250 raid e 74 arresti, colpendo oltre 100 persone in diverse località. Victor Furtuna, procuratore capo della Moldavia, ha confermato che i fermati saranno trattenuti per un massimo di 72 ore.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente sollevato preoccupazioni riguardo alle mire russe sulla Moldova durante un intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Zelensky ha sottolineato che l’Europa non può permettersi di perdere un altro Stato, dopo la Georgia, e ha avvertito sui rischi che questo comporterebbe per l’Unione Europea. La Moldova, da tempo terreno fertile per la disinformazione russa e tentativi di destabilizzazione, si trova ora in una situazione delicata. La presenza di truppe russe in Transnistria rappresenta una minaccia concreta per il percorso pro-europeo del Paese. Se le forze filorusse dovessero prevalere, la regione potrebbe trasformarsi in una base avanzata per la Russia sul fianco orientale della NATO. Mentre il PAS rimane in testa nei sondaggi, il margine è esiguo e una coalizione appare inevitabile. L’alleanza con partiti minori pro-UE sarà cruciale, ma un parlamento frammentato potrebbe ostacolare il processo di adesione all’Unione Europea.

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