Rischio cardiovascolare: analisi del comportamento degli italiani nel 2025

Veronica Robinson

Settembre 26, 2025

In Italia, nel 2025, circa il 40% della popolazione è affetta da almeno tre fattori di rischio cardiovascolare, come la sedentarietà, il fumo, il sovrappeso, il diabete, l’ipertensione e il colesterolo alto. Questi dati, forniti dal sistema di monitoraggio Passi per il biennio 2023-2024, mettono in luce l’urgenza di affrontare le problematiche legate alla salute cardiovascolare nel Paese.

L’ipertensione rappresenta una delle condizioni più diffuse, specialmente tra gli uomini, con un incremento significativo con l’avanzare dell’età. L’ipercolesterolemia colpisce maggiormente le donne, spesso in relazione a sovrappeso e a situazioni socioeconomiche svantaggiate. Un aspetto cruciale da considerare è il consumo di sale: sebbene metà degli italiani cerchi di limitarne l’assunzione, è fondamentale aumentare la consapevolezza riguardo alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Fattori di rischio cardiovascolare: la situazione in Italia

In Italia, il 40% della popolazione presenta almeno tre fattori di rischio cardiovascolare. Questi includono:

  • Sedentarietà
  • Fumo
  • Sovrappeso
  • Mancanza di consumo di almeno cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura
  • Malattie come diabete, ipertensione e colesterolo elevato

Il consumo di sale è un aspetto da monitorare attentamente. Infatti, cinque italiani su dieci cercano di controllare la quantità di sale utilizzata nella preparazione dei pasti e nei cibi confezionati. La consapevolezza riguardo a questi fattori è cruciale per prevenire le patologie cardiovascolari e migliorare la salute generale della popolazione.

Ipertensione: un problema crescente tra gli uomini

L’ipertensione è meno comune tra i giovani adulti, ma aumenta significativamente con l’età, passando da poco oltre il 2% sotto i 35 anni al 33% nella fascia di età 50-69 anni. Questa condizione è:

  • Fortemente correlata al sovrappeso, con un’incidenza che supera il 28% tra le persone in sovrappeso o obese.
  • Più comune tra gli uomini, con un’incidenza del 20% rispetto al 16% delle donne.
  • Maggiore tra coloro che si trovano in situazioni economiche o educative svantaggiate.

Attualmente, l’80% delle persone con ipertensione è in cura farmacologica e riceve indicazioni per mantenere sotto controllo la pressione arteriosa, come:

  • Ridurre l’assunzione di sale (83%)
  • Praticare regolarmente attività fisica (81%)
  • Monitorare il peso corporeo (76%)

Diffusione dell’ipertensione arteriosa tra gli italiani

Prevalenza generaleCresce con l’etàda 2% < 35 anni → 33% 50-69 anni
Differenze di genereUomini 20% vs Donne 16%Più frequente negli uomini
Sovrappeso/obesitàFortemente associatasupera il 28%

Colesterolo alto: una condizione prevalente tra le donne

L’ipercolesterolemia è anch’essa legata all’età, aumentando da meno del 4% tra i giovani di 18-34 anni al 30% nella fascia 50-69 anni. Anche in questo caso, il sovrappeso gioca un ruolo significativo: il 24% delle persone in sovrappeso o obese ha livelli elevati di colesterolo, rispetto al 14% di quelle normopeso o sottopeso.

Questa condizione risulta più comune nelle donne ed è spesso associata a svantaggi sociali legati all’istruzione o alle risorse economiche. Si osserva anche una disparità geografica, con valori più elevati nelle regioni settentrionali, eccetto le Marche, che registrano il valore più alto al 28%.

Secondo i dati Passi del biennio 2023-2024, oltre 4 persone su 10 con colesterolo elevato sono in trattamento farmacologico e ricevono indicazioni per ridurre carne e formaggi (86%), aumentare il consumo di frutta e verdura (77%), praticare esercizio fisico regolare (81%) e controllare il peso corporeo (74%).

Consumo di sale: crescente consapevolezza tra gli italiani

La consapevolezza riguardo all’utilizzo del sale è maggiore tra le donne (62% rispetto al 52% degli uomini), tra gli individui più anziani (raggiunge il 65% tra i 50-69enni rispetto al 45% dei giovani adulti) e tra coloro con un livello educativo superiore.

L’attenzione verso l’assunzione di sale è più marcata nel Nord Italia, con una differenza significativa rispetto al Sud (62% contro il 52%). In generale, un italiano su tre affetto da malattia cronica presta attenzione al consumo di sale. Tra coloro con una diagnosi di ipertensione arteriosa o insufficienza renale, la percentuale di utilizzo consapevole è alta (75% e 74% rispettivamente), ma non ancora ottimale.

Per quanto riguarda il sale iodato, si riscontra un buon livello di consapevolezza sull’importanza dell’apporto di iodio. Infatti, il 78% degli intervistati sceglie abitualmente il sale iodato, con molti che lo utilizzano sempre (47%) o spesso (15%), mentre altri ne fanno un uso occasionale (17%).

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