L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente inflitto una sanzione complessiva di oltre 936 milioni di euro a sei compagnie petrolifere. Questa decisione, comunicata il 15 marzo 2025, è stata presa a seguito di un’intesa ritenuta restrittiva della concorrenza, in quanto le aziende coinvolte si sarebbero coordinate per stabilire il prezzo della componente bio presente nel carburante.
Le accuse contro le compagnie petrolifere
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha espresso il suo sdegno riguardo a questa situazione, definendola “una vergogna”. Secondo Dona, le compagnie petrolifere, in particolare Eni, hanno dimostrato un comportamento scorretto, nonostante gli sforzi pubblicitari orientati al greenwashing. “Questa intesa ha causato un doppio danno: un danno economico per gli automobilisti, che dovrebbero essere risarciti per l’aumento dei prezzi, e un danno alla collettività, dato che la componente bio è necessaria per motivi ambientali”, ha dichiarato il presidente.
Dona ha anche sottolineato l’importanza della scoperta da parte dell’Antitrust di prove concrete riguardanti l’intesa restrittiva nel settore dei carburanti, un sospetto che era stato sollevato da anni dalle associazioni dei consumatori. La decisione dell’Antitrust rappresenta un passo significativo verso la tutela della concorrenza e dei diritti dei consumatori nel mercato del carburante.
Prospettive future e ulteriori indagini
L’Unione Nazionale Consumatori ha inoltre espresso la speranza che le indagini possano espandersi per includere altre pratiche scorrette. Dona ha richiamato l’attenzione sulla denuncia presentata in occasione del riordino delle accise avvenuto a maggio 2025. In quella circostanza, si era previsto un aumento del prezzo del gasolio, accompagnato da una diminuzione corrispondente del prezzo della benzina, situazione che, a suo avviso, non si è verificata.
La questione solleva interrogativi su come le politiche fiscali e le pratiche commerciali delle compagnie petrolifere possano influenzare i prezzi al consumo e il mercato in generale. L’auspicio è che le autorità competenti continuino a monitorare la situazione, garantendo così una maggiore trasparenza e correttezza nel settore energetico.