In Valle d’Aosta, il 28 settembre 2025, i cittadini saranno chiamati alle urne per le elezioni del Consiglio regionale e per 65 comuni, inclusa la città di Aosta. Questo appuntamento elettorale segna un momento cruciale per la politica locale, caratterizzata da recenti modifiche legislative e da un contesto politico in evoluzione.
Il ritorno alle tre preferenze e il contesto elettorale
Le elezioni regionali del 28 settembre si svolgeranno dopo la reintroduzione delle tre preferenze, decisa dal Consiglio regionale il 27 febbraio 2025. Questa scelta è stata confermata tramite un referendum il 10 agosto dello stesso anno, che ha visto respingere anche l’unico ricorso presentato contro la modifica. La Valle d’Aosta, insieme alla Provincia di Bolzano, presenta una legge elettorale specifica, essendo territori autonomi, e non prevede l’elezione diretta del presidente. Il Consiglio regionale è composto da 35 consiglieri eletti con un sistema proporzionale.
La campagna elettorale si distingue per la presenza di nove liste che si contendono 309 candidati, un numero relativamente limitato che riflette una polarizzazione politica più netta e una stabilità di governo negli ultimi anni. Questo scenario elettorale è influenzato da una coesione ritrovata tra i partiti autonomisti e dall’emergere di forze nazionali di destra, che cercano di affermarsi nel panorama valdostano.
Il ruolo centrale dell’Union Valdôtaine
L’Union Valdôtaine (UV) si presenta come il principale attore politico in queste elezioni. Dopo un lungo processo di riunificazione, culminato nel congresso di “réunion” del 16 giugno 2024, l’UV ha integrato diverse figure storiche e nuovi esponenti provenienti da movimenti autonomisti. Il programma dell’UV si concentra su temi chiave come l’identità locale, lo <strongsviluppo economico sostenibile e il ruolo della Valle d’Aosta in Europa.
In occasione dell’80° anniversario del partito, celebrato il 13 settembre 2025, l’UV ha riaffermato la propria posizione di forza, collaborando anche con altre forze politiche come il Partito Democratico e Stella Alpina, quest’ultima erede della tradizione democristiana. Le forze autonomiste si sono distinte per la loro capacità di rispondere rapidamente a crisi recenti, come l’alluvione di fine giugno 2024, rivendicando la gestione di progetti di ammodernamento.
L’avanzata dei partiti nazionali di destra
Un aspetto nuovo delle elezioni è rappresentato dall’atteggiamento dei partiti nazionali di destra, che hanno adottato una strategia di “acculturazione” locale per attrarre l’elettorato valdostano. Forza Italia ha integrato consiglieri provenienti dall’area autonomista e ha cercato di coinvolgere rappresentanti del mondo agricolo e montano. Anche la lista Renaissance, rifondata dal precedente Rinascimento, ha scelto un nome francese per la sua campagna elettorale, segno di un’apertura verso le peculiarità locali.
La presenza di importanti esponenti nazionali, come Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini della Lega, e Antonio Tajani di Forza Italia, ha evidenziato l’interesse della politica romana verso la Valle d’Aosta. Tuttavia, nonostante l’attenzione mediatica, alcuni osservatori locali hanno notato una certa indifferenza tra i cittadini valdostani, sebbene una parte dell’elettorato, in particolare ad Aosta, rimanga sensibile ai temi nazionali.