Le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite nei confronti dell’Iran, legate al controverso programma nucleare del Paese, riprenderanno a partire da oggi, 1° luglio 2025, a mezzanotte. Questa decisione giunge mentre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha ripreso le ispezioni nei siti nucleari iraniani, dopo un lungo periodo di sospensione causato dai bombardamenti effettuati da Israele e Stati Uniti nel mese di giugno.
Il tentativo di rinvio delle sanzioni
La Russia, supportata dalla Cina, ha tentato di rinviare l’entrata in vigore delle sanzioni, proponendo di prolungare i negoziati fino al 18 aprile 2026. Tuttavia, questa mozione è stata bocciata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha registrato nove voti contrari, quattro favorevoli e due astensioni. Mosca ha dichiarato che considera il ripristino delle sanzioni “nullo” e ha fatto sapere di non avere intenzione di applicarle, nonostante gli obblighi previsti dal diritto internazionale.
Attivazione della procedura di “snapback”
Francia, Germania e Regno Unito hanno attivato la procedura di “snapback” per la reintroduzione automatica delle misure sanzionatorie. Le tre nazioni hanno richiesto a Teheran di revocare alcune decisioni adottate dopo i raid aerei e di garantire un accesso completo agli ispettori delle Nazioni Unite. L’ambasciatrice britannica presso l’Onu, Barbara Woodward, ha confermato che le sanzioni, che colpiranno in particolare i settori bancario e petrolifero iraniani, torneranno in vigore nel fine settimana. Woodward ha sottolineato la disponibilità di Londra a continuare il dialogo con Teheran per trovare una soluzione diplomatica che possa affrontare le preoccupazioni internazionali riguardanti il programma nucleare iraniano.
La risposta dell’Iran alle sanzioni
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha risposto a queste misure definendole “giuridicamente nulle, politicamente imprudenti e procedimentalmente viziate”. Ha accusato gli Stati Uniti e gli europei di aver distorto il carattere pacifico del programma nucleare iraniano. Araghchi ha affermato che l’Iran ha presentato diverse proposte praticabili e ha ribadito che non si piegherà alle pressioni, rimanendo comunque aperto a nuovi colloqui. Ha anche ricordato di aver firmato un accordo con l’Aiea al Cairo, con il direttore generale dell’agenzia che si è dichiarato soddisfatto.
Le dichiarazioni del presidente iraniano
Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato che l’Iran non intende uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) in risposta al ripristino delle sanzioni, ma ha accusato il governo statunitense di non aver mostrato serietà nei negoziati. Pezeshkian ha affermato che, nonostante siano state raggiunte intese in passato, queste non sono mai state prese sul serio dagli americani. Jerome Bonnafon, ambasciatore francese, ha parlato a nome di Francia, Germania e Regno Unito, sottolineando che tutte le parti hanno cercato di trovare una soluzione e ha ribadito le tre condizioni europee: la ripresa immediata dei negoziati sul nucleare, l’accesso completo agli ispettori dell’Aiea e la trasparenza riguardo alle scorte di uranio arricchito, che sono oggetto di speculazioni.
Possibilità di una soluzione diplomatica
Steve Witkoff, inviato speciale dell’allora presidente degli Stati Uniti e negoziatore con Teheran fino all’attacco israeliano di giugno, ha riconosciuto che l’Iran si trova in una “posizione difficile”, ma ha lasciato aperta la possibilità di una soluzione diplomatica. Pezeshkian ha respinto l’approccio di Washington, sostenendo che la mancanza di serietà da parte americana ha ostacolato ogni intesa, ribadendo che l’Iran non intende sviluppare armi nucleari.