Garlasco, la famiglia Sempio chiarisce: “I 30mila euro erano per le spese legali”

Rosita Ponti

Settembre 28, 2025

Nuove rivelazioni emergono nell’ambito delle indagini riguardanti l’omicidio di Garlasco, un caso che ha suscitato un ampio interesse pubblico. La Procura di Brescia ha avviato un’inchiesta su un presunto versamento di denaro da parte della famiglia Sempio all’allora procuratore aggiunto Mario Venditti, il quale aveva redatto la richiesta di archiviazione del caso. I genitori di Andrea Sempio sono stati interrogati per sette ore dagli inquirenti, e uno dei documenti rinvenuti in casa, contenente l’annotazione “Venditti gip archivia X 20.30 €”, ha generato interpretazioni contrastanti. Giuseppe Sempio, il padre, ha dichiarato: “A dire il vero non me lo ricordavo… mi è stato detto che forse erano soldi per le marche da bollo o per gli avvocati”.

La famiglia Sempio e i sospetti

Il giorno successivo alle perquisizioni, la famiglia Sempio ha tenuto una lunga riunione in una villetta situata alle porte di Garlasco, dove abita una delle zie di Andrea. Durante le indagini, gli inquirenti hanno esaminato i movimenti bancari della famiglia, scoprendo versamenti per un totale di 43mila euro effettuati tra il 2016 e il 2017 dalle due zie di Andrea, somme poi prelevate in contante dal padre. Secondo l’accusa, tali fondi potrebbero essere stati utilizzati per influenzare l’andamento delle indagini. Nella stessa serata delle perquisizioni, i genitori di Andrea sono intervenuti in televisione per difendere il figlio, negando ogni accusa di corruzione e definendo le insinuazioni come “caccia alle streghe”.

Le intercettazioni ambientali

La Procura di Brescia, che ha riaperto il caso, ha raccolto nuove prove attraverso intercettazioni ambientali. Una cimice collocata nell’auto della famiglia Sempio ha rivelato che Andrea era a conoscenza di alcune domande che gli sarebbero state poste prima di entrare in Procura. Inoltre, il giorno antecedente all’interrogatorio, il padre avrebbe discusso di un aiuto finanziario urgente e della necessità di ritirare un assegno. Questi elementi, insieme al promemoria trovato in casa, alimentano il sospetto che la famiglia stesse tentando di influenzare le indagini. L’interrogatorio di Andrea Sempio, tenutosi il 10 febbraio 2017, è l’unico registrato. A condurlo fu Mario Venditti, attualmente sotto indagine per corruzione, il quale ha negato le accuse dichiarando: “Non ho mai preso soldi da nessuno per la mia funzione”.

La ricostruzione dell’omicidio

Il 16 settembre 2025, il comandante del RIS di Cagliari, Andrea Berti, ha presentato agli inquirenti una nuova analisi della scena del crimine, basata su rilievi effettuati con droni e telecamere 3D. La relazione, coperta da segreto istruttorio, suggerirebbe una dinamica dell’omicidio differente rispetto a quella che portò alla condanna di Alberto Stasi. I nuovi dati mettono in discussione l’orario e la durata del delitto, pur escludendo la presenza di più persone sulla scena. L’accusa contro Andrea Sempio, attualmente indagato in concorso con Stasi o con ignoti, si basa anche su un’altra prova: la “traccia 33”, un’impronta palmare trovata 18 anni fa vicino alle scale che portano alla cantina. Recenti tecniche di analisi hanno rivelato che tale impronta risulta compatibile con quella di Sempio, ma la difesa sostiene che essa potrebbe essere stata lasciata in un momento precedente, durante una visita alla villetta.

Le telefonate, gli scontrini e l’ombra dei soldi

La situazione di Andrea Sempio si complica ulteriormente a causa di tre telefonate effettuate alla casa dei Poggi tra il 7 e l’8 agosto 2007, giorni in cui Chiara Poggi si trovava da sola. Le brevi chiamate sono state giustificate dall’indagato come tentativi di contattare Marco, in ritorno dalle vacanze. Inoltre, nel 2008, Sempio presentò uno scontrino del parcheggio di Vigevano come prova della sua presenza durante la mattina dell’omicidio. Ci vorranno circa settanta giorni per ottenere una risposta definitiva riguardo l’analisi genetica della traccia trovata sotto le unghie di Chiara Poggi, assassinata a Garlasco il 13 agosto 2007. Questo reperto è cruciale per le indagini e ha portato all’iscrizione del nome di Andrea Sempio nel registro degli indagati. Le prime indiscrezioni emerse durante l’udienza preliminare suggeriscono che la compatibilità della traccia non sia decisiva.

La consulenza genetica contestata e i legami con l’ex RIS

Un ulteriore aspetto controverso riguarda la consulenza genetica affidata a Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, che è stato incaricato dai legali di Sempio per contestare le conclusioni del genetista Linarello, consulente di Stasi. Garofano ha ricevuto un pagamento di oltre 6mila euro, ma la sua consulenza non è mai stata depositata. L’ex generale ha negato ogni accusa, affermando di aver svolto il lavoro su incarico privato e in modo del tutto legittimo.

La pista investigativa sulla rete di protezione

Le indagini della Procura di Brescia si sono ampliate per includere alcuni ex membri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia. Due ex carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, sono stati oggetto di attenzione per presunti “contatti opachi” con la famiglia Sempio. Anche se non risultano indagati, le interazioni tra i familiari e gli investigatori, avvenute poco prima dell’interrogatorio del 2017, sollevano interrogativi sulla trasparenza dell’inchiesta iniziale, alimentando l’ipotesi che Sempio fosse stato avvisato in anticipo riguardo alle indagini e alle prove raccolte contro di lui.

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