La Flotilla prosegue la sua missione: in arrivo nella zona a rischio tra due giorni

Veronica Robinson

Settembre 28, 2025

L’agenzia di stampa Times of Israel ha diffuso la notizia di un presunto piano elaborato dagli Stati Uniti per un cessate il fuoco in Medio Oriente, notizia che ha suscitato reazioni contrastanti. La fazione di Hamas ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito. A Torino, si sono registrate tensioni tra agenti e sostenitori della causa palestinese.

Il piano di Trump per Gaza e le reazioni

Il 24 settembre 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha presentato un piano articolato in 21 punti per una “pace duratura” a Gaza, a due anni dall’attacco del 7 ottobre. Questo piano è stato discusso con i partner arabi durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e mira a superare le resistenze del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Il piano di Trump include diverse priorità fondamentali. In primo luogo, si pone l’accento sul rilascio degli ostaggi da parte di Hamas, che dovrà restituire tutti gli ostaggi entro 48 ore dall’accordo, in cambio della cessazione delle operazioni militari e dell’inizio del ritiro delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) dalla Striscia di Gaza.

In secondo luogo, il piano prevede un flusso illimitato di aiuti umanitari, gestiti da un governo ad interim composto da tecnocrati palestinesi e supervisionato da un organismo internazionale, che rimarrà in carica fino alla riforma dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP).

La proposta include anche il disarmo totale di Hamas e la sua esclusione dal futuro governo della Striscia, offrendo in cambio un’amnistia per i militanti e l’esilio per i leader. Per quanto riguarda la Cisgiordania, è previsto un veto USA sull’annessione da parte di Israele, mentre il riconoscimento di uno Stato Palestinese è solo vagamente accennato.

Le reazioni a questo piano sono state immediate. Netanyahu ha confermato la sua intenzione di continuare la guerra fino alla distruzione di Hamas, respingendo l’idea di uno “Stato terrorista” ai confini di Israele. Le famiglie degli ostaggi, tuttavia, hanno esercitato una forte pressione per un cessate il fuoco, avvertendo che, in assenza di un accordo, le conseguenze per Netanyahu potrebbero essere disastrose.

Sul fronte palestinese, fonti interne a Hamas hanno dato un ok “di principio” al piano, ma i media qatarioti segnalano che il movimento non ha ancora ricevuto il documento ufficiale. Nel frattempo, l’IDF continua le operazioni a Gaza, con stime che indicano circa 750.000 persone sfollate da Gaza City e almeno 66 morti in tutta la Striscia dall’inizio dell’offensiva.

Le navi della Global Sumud Flotilla in arrivo a Gaza

Le navi della Global Sumud Flotilla, tra cui la Yulara e la Catalina, hanno ripreso il loro viaggio verso Gaza dopo una sosta tecnica. Gli organizzatori hanno comunicato tramite Telegram che le imbarcazioni si trovano a 463 miglia nautiche (circa 857 km) dalla Striscia, con un arrivo previsto tra quattro e sette giorni.

Global Sumud Flotilla in rotta verso Gaza

La Global Sumud Flotilla, una coalizione di 51 imbarcazioni con circa 500 attivisti, sta navigando nel Mediterraneo Orientale per tentare di rompere l’assedio navale di Gaza. Salpata da diverse nazioni, tra cui Spagna, Tunisia, Italia e Grecia, la flottiglia ha comunicato che prevede di entrare nella zona ad alto rischio entro due giorni. Un breve scalo tecnico a Creta è stato necessario per risolvere alcuni problemi meccanici.

L’ammiraglia, la Familia, ha subito un guasto, costringendo al trasferimento di passeggeri di spicco, tra cui l’attivista per il clima Greta Thunberg e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, su altre imbarcazioni. Un convoglio “alleato” di dieci imbarcazioni con 60 persone, tra cui europarlamentari, è partito dall’Italia con la Freedom Flotilla Coalition. Sebbene le due iniziative condividano l’obiettivo di fornire aiuti, non si uniranno in mare aperto.

Questa iniziativa avviene nonostante il monito del Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che ha avvertito i cittadini italiani a bordo sui rischi legati al tentativo di forzare il blocco israeliano. L’Italia e la Spagna hanno inviato navi militari nella zona per assistenza umanitaria e soccorso.

Flottiglia umanitaria salpa da Catania

Una flottiglia umanitaria, composta da circa dieci navi, è salpata dal porto di Catania con l’intento di rompere l’embargo israeliano su Gaza. A bordo ci sono circa 60 persone di 15 nazionalità diverse, inclusi alcuni parlamentari francesi. L’iniziativa è stata lanciata dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC) e da Thousand Madleens to Gaza (TMTG).

La partenza, inizialmente prevista per alcuni giorni fa, è stata ritardata e ora si punta a unire queste navi con quelle della Global Sumud Flotilla. Gli organizzatori hanno dichiarato su Telegram di voler “rompere l’assedio illegale” di Gaza, aprire un corridoio marittimo per alleviare la crisi umanitaria e garantire un passaggio sicuro per tutte le flottiglie.

Le navi trasportano forniture mediche, generi alimentari e materiale scolastico. Durante una conferenza stampa prima della partenza, Tan Safi, portavoce della FFC, ha ribadito la determinazione dei partecipanti, affermando: “Non ci fermeremo, qualunque cosa accada,” richiamando i tentativi precedenti delle imbarcazioni umanitarie di raggiungere Gaza.

Incontro cruciale al Cairo: il ruolo dell’ambasciatore USA

Nei prossimi giorni, l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Mike Huckabee, sarà al Cairo per colloqui con alti funzionari egiziani, come confermato da un portavoce dell’Ambasciata americana a Gerusalemme. Questo incontro segna una visita storica, essendo il primo viaggio ufficiale in Egitto di un ambasciatore americano in Israele da decenni.

I colloqui si concentreranno sulla situazione a Gaza, un tema di rilevanza cruciale in un contesto di alta tensione. Non è ancora chiaro quale ruolo avrà l’attuale Ambasciatore USA in Egitto, Herro Mustafa Garg, nominato durante l’Amministrazione Biden, in questi colloqui.

Appello del sindaco di Gaza a Trump

Il sindaco di Gaza City, Yahya al-Sarraj, insieme a leader accademici e imprenditoriali della Striscia, ha inviato una lettera al presidente Trump chiedendo il suo impegno per un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas. Nella missiva, si afferma: “Hai il potere di riuscire dove altri hanno fallito, di fermare lo spargimento di sangue e preparare il terreno per una pace giusta e duratura.” Al-Sarraj è affiliato a Hamas, ma non è chiaro se tutti i firmatari si trovino attualmente nella Striscia.

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