Caso Garlasco: le incongruenze temporali e il Dna di Chiara al centro dell’inchiesta

Veronica Robinson

Settembre 29, 2025

L’attenzione sul caso di Chiara Poggi continua a intensificarsi, con nuove rivelazioni che potrebbero influenzare significativamente l’evoluzione della vicenda. Il DNA rinvenuto sulle unghie della vittima, secondo quanto dichiarato dal genetista Marzio Capra, sembra essere valido e verrà confrontato con il profilo genetico di Andrea Sempio e di altri soggetti coinvolti. Questa notizia giunge a distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, e nel contesto di una nuova inchiesta avviata dalla Procura di Pavia. Solo due giorni fa, le forze dell’ordine hanno condotto un blitz all’alba, portando a perquisizioni e all’indagine di nove nuovi soggetti, tra cui l’ex procuratore Mario Venditti, accusato di corruzione.

Le nuove indagini e il blitz all’alba

La Procura ha avviato l’inchiesta dopo aver scoperto un presunto “pizzino” e contatti sospetti risalenti all’epoca del delitto. Al centro delle indagini ci sono anche chat “dimenticate” e movimenti bancari che potrebbero rivelarsi cruciali. Questi elementi formano i cardini su cui la famiglia di Andrea Sempio sta cercando di costruire una difesa, esaminando documenti e partecipando a trasmissioni televisive per chiarire la propria posizione.

Le accuse contro Mario Venditti

La tesi accusatoria sostiene che l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, avrebbe ricevuto una somma tra i 20.000 e i 30.000 euro per favorire Sempio durante il procedimento che lo ha visto indagato per l’omicidio di Chiara. Venditti ha richiesto l’archiviazione del caso, che è stata accolta nel marzo 2017, ma a distanza di anni, l’attuale procuratore di Brescia, Francesco Prete, e la PM Claudia Moregola hanno sollevato dubbi sulla validità di tale archiviazione.

La reazione di Mario Venditti

Venditti ha negato con fermezza di aver mai ricevuto denaro da alcuno, affermando che le accuse lo offendono sia come uomo che come magistrato. Ha servito lo Stato per 45 anni e ha ribadito la sua volontà di archiviare nuovamente la posizione di Sempio. La questione si complica ulteriormente con la richiesta di chiarimenti da parte della famiglia di Sempio riguardo alla gestione dell’indagine.

Le perquisizioni e le reazioni familiari

Le perquisizioni effettuate due giorni fa, che hanno interessato anche la casa dei genitori di Sempio e due carabinieri, hanno riacceso l’attenzione sul caso. Tuttavia, non sembrano aver avuto un impatto sulla verità giudiziaria, poiché la Procura di Vigevano è stata responsabile dell’omicidio di Chiara e la Corte d’Appello di Milano ha già condannato Alberto Stasi a 16 anni di carcere. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto infondato il ricorso di Stasi nel 2024, confermando la solidità della condanna.

Le ombre sulle indagini del 2017

Le incertezze riguardanti le indagini del 2017 sono emerse, con la Procura di Brescia che ha evidenziato anomalie, tra cui la mancanza di trascrizioni di intercettazioni rilevanti. Sono stati segnalati contatti sospetti tra Sempio e i carabinieri coinvolti, che avrebbero potuto influenzare il corso delle indagini. Questi elementi, uniti alla brevità degli interrogatori, sollevano interrogativi sulla correttezza del procedimento.

La posizione della famiglia Sempio

La famiglia di Andrea Sempio ha respinto con fermezza le accuse di corruzione, affermando di non aver mai conosciuto Venditti e di non aver mai pagato per favorire il loro congiunto. La madre di Sempio ha dichiarato di essere stata tranquilla, grazie alla consulenza di esperti che avevano rassicurato sulla posizione del figlio.

Le indagini continuano a svilupparsi, con nuove rivelazioni che potrebbero cambiare il corso della giustizia in un caso che ha già segnato profondamente la storia italiana.

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