Caso Garlasco: analisi biostatistica del Dna di Ignoto 1 con software avanzato

Veronica Robinson

Settembre 30, 2025

Il caso di Garlasco, che ha scosso l’Italia per l’omicidio di Chiara Poggi, torna a far parlare di sé a distanza di diciotto anni dal tragico evento. La Procura di Pavia ha avviato una nuova inchiesta, culminata in un’imponente operazione condotta all’alba, che ha visto coinvolti finanza e carabinieri. Le perquisizioni hanno portato all’iscrizione di nove nuovi indagati e hanno sollevato gravi accuse di corruzione nei confronti dell’ex procuratore Mario Venditti.

Il dna come chiave di volta

L’indagine si concentra su un segmento di Dna maschile, parziale e non consolidato, rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi. Questo elemento è al centro di un incidente probatorio che ha riacceso l’attenzione su Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima, la cui posizione era stata già archiviata due volte. La Procura sta ora valutando l’analisi di un apotipo Y che potrebbe rivelare la discendenza paterna dell’individuo identificato. La genetista Denise Albani ha richiesto una proroga di 70 giorni per completare l’accertamento, considerato un passaggio cruciale e delicato.

Le perizie del passato e i risultati attuali

Per comprendere l’importanza di questo segmento di Dna, è necessario tornare al 2014, quando la Corte d’Assise d’Appello di Milano affidò una perizia al professor Francesco De Stefano. Durante il processo che portò alla condanna di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara, i margini ungueali della vittima furono analizzati con reagenti specifici. Da quel campione furono ottenuti tre profili maschili distinti, uno per ciascuna delle tre estrazioni effettuate. La genetista Albani ha sottolineato che il dato attuale è misto e non consolidato, poiché contiene Dna di più individui, incluso quello di Chiara, e risulta degradato, rendendo difficile ottenere risultati certi.

Le recenti perquisizioni e le accuse di corruzione

Le nuove perquisizioni, effettuate due giorni fa, hanno coinvolto l’ex procuratore Venditti e diverse persone legate al caso, inclusi i genitori di Sempio e due carabinieri. Nonostante il clamore mediatico, queste azioni non hanno avuto ripercussioni sulla verità giudiziaria. La Procura di Vigevano ha gestito il caso di Chiara Poggi, mentre la Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna di Stasi. Nel 2024, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato infondato il ricorso di Stasi, che lamentava un processo non equo.

Le difese e le contestazioni

Domenico Aiello, avvocato di Venditti, sta preparando un ricorso contro il decreto di perquisizione che ha portato a nuove indagini. Venditti ha sempre negato di aver ricevuto denaro durante la sua carriera. La difesa potrebbe contestare la validità di un appunto ritenuto cruciale per le accuse, sostenendo che la decisione di archiviare un’indagine spetta a un giudice e non a un pubblico ministero. I genitori di Sempio, sentiti come testimoni, sono accusati di aver prelevato denaro da consegnare a Venditti, il quale ha recentemente rassegnato le dimissioni da presidente del Casinò di Campione d’Italia.

Le anomalie nelle indagini del 2017

Le indagini condotte nel 2017 su Sempio sono state descritte dalla Procura come caratterizzate da anomalie, tra cui l’omissione di trascrizioni rilevanti delle intercettazioni ambientali. Inoltre, sono emersi contatti non documentati tra Sempio e i carabinieri coinvolti nelle indagini. Questi dettagli hanno riacceso il dibattito sulla trasparenza e sull’integrità del processo giudiziario legato all’omicidio di Chiara Poggi.

La situazione attuale si concentra sull’analisi del Dna, che potrebbe finalmente fornire un nome all’assassino di Chiara, un passo fondamentale per chiudere un caso che ha segnato profondamente la comunità e l’opinione pubblica italiana.

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