Il Senato respinge la proposta dei repubblicani, si profila uno shutdown: a rischio trasporti, sanità e sicurezza.

Rosita Ponti

Ottobre 1, 2025

Con un voto di 55 a 45, i membri del Senato degli Stati Uniti, a maggioranza democratica, hanno bloccato la proposta di legge dei repubblicani, destinata a mantenere operativo il governo federale e prevenire lo shutdown, un’interruzione delle attività governative, prevista per la mezzanotte del 30 settembre 2025, corrispondente alle 6 di mattina in Italia. I senatori John Fetterman della Pennsylvania e Catherine Cortez Masto del Nevada si sono distinti come gli unici rappresentanti del partito a votare a favore della misura. Questo rappresenta il primo shutdown dal 2019, anno in cui si verificò un blocco simile durante la presidenza di Donald Trump.

Le accuse della Casa Bianca

La Casa Bianca ha attribuito la responsabilità dello shutdown ai democratici, con la portavoce Karoline Leavitt che ha espresso su X che “i Democratici stanno ostacolando il governo federale perché il presidente Trump non vuole costringere i contribuenti a finanziare l’assistenza sanitaria gratuita per gli immigrati clandestini”. Ha aggiunto che i rappresentanti democratici stanno punendo i loro elettori per difendere gli immigrati irregolari, definendoli “squilibrati”. Questa dichiarazione ha sollevato un acceso dibattito politico, evidenziando le tensioni tra i due principali partiti.

Il video provocatorio di Trump

Nelle ore seguenti, il presidente Trump ha intensificato le polemiche pubblicando un video satirico sui social media, che molti hanno definito razzista. La clip, apparentemente generata tramite intelligenza artificiale, ritrae il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, in una caricatura stereotipata di un messicano, indossante sombrero e baffi. Nel video, il leader della minoranza al Senato, Chuck Schumer, esprime con una voce alterata il suo sostegno per l’assistenza sanitaria gratuita agli immigrati irregolari, accompagnato da musiche mariachi. Questa rappresentazione ha suscitato indignazione e preoccupazione per la sua natura offensiva.

Le conseguenze dello shutdown

Trump ha minacciato di licenziare “molti” dipendenti federali, ordinando a tutte le agenzie governative di prepararsi per “cacciate di massa” di lavoratori in programmi non essenziali. Da gennaio, oltre 100mila impiegati hanno già lasciato i loro posti, in parte a causa di incentivi per l’uscita. Con le posizioni inconciliabili tra i partiti, gli Stati Uniti si trovano di fronte a uno dei periodi di blocco più critici della loro storia recente. Le istituzioni sanitarie, i servizi di sicurezza e i trasporti sono a rischio di interruzione o rallentamento, con oltre 50 organizzazioni del settore che avvertono che uno shutdown potrebbe compromettere le ispezioni e la manutenzione degli aerei. Inoltre, oltre 800mila dipendenti federali potrebbero essere costretti a prendere congedo non retribuito.

Le perdite economiche previste

Wall Street è in allerta e teme che il caos politico possa avere ripercussioni significative sull’economia. Alcune stime indicano che uno shutdown di due settimane potrebbe comportare perdite tra 10 e 20 miliardi di dollari nel prodotto interno lordo. Trump, insieme ai leader repubblicani come il vicepresidente J.D. Vance e il leader della maggioranza al Senato John Thune, sta spingendo per l’approvazione di un provvedimento di finanziamento a breve termine, noto come “Clean CR”, per estendere i fondi federali almeno fino al 21 novembre. Tuttavia, questa proposta è stata già bocciata alla Camera e potrebbe non superare il Senato, dove è necessaria una maggioranza qualificata di 60 voti.

I leader democratici, Schumer e Jeffries, insistono affinché qualsiasi legge di finanziamento includa estensioni per i sussidi dell’Obamacare e la revoca dei tagli a Medicaid, il programma di assistenza sanitaria per le famiglie a basso reddito. Entrambi sostengono che la salute pubblica sia una priorità per milioni di americani e non debba essere sacrificata per motivi politici. In questo clima di tensione, sia i repubblicani che i democratici cercano di attribuire la responsabilità dell’eventuale shutdown all’altro partito, ma a pagare il prezzo finale saranno i cittadini americani.

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