Piano di pace: Trump stabilisce una scadenza per l’approvazione della proposta

Veronica Robinson

Ottobre 1, 2025

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un ultimatum a Hamas, dando un termine di tre o quattro giorni per accettare il suo piano di pace, già avallato da Israele. Questa iniziativa ha ricevuto un crescente supporto da parte di vari paesi arabi, che si sono schierati a favore della proposta.

Dettagli del piano di pace

Il piano di pace, reso pubblico dalla Casa Bianca, prevede una serie di misure concrete per garantire la stabilità e la sicurezza nella Striscia di Gaza. Primo fra tutti, Gaza sarà trasformata in una zona priva di radicalizzazione e terrorismo, per non rappresentare più una minaccia per i paesi vicini. Inoltre, è previsto un imponente programma di ricostruzione per la popolazione di Gaza, già gravemente provata da conflitti passati.

Se le parti coinvolte accettano il piano, la guerra cesserà immediatamente e le forze israeliane si ritireranno seguendo una linea concordata, predisponendosi a liberare gli ostaggi. Durante questa fase, tutte le operazioni militari verranno sospese. Entro 72 ore dall’accettazione del piano da parte di Israele, tutti gli ostaggi, siano essi vivi o deceduti, dovranno essere restituiti.

Un altro punto cruciale del piano prevede che Israele rilasci 250 detenuti condannati all’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza arrestati dopo il 7 ottobre 2023, inclusi donne e bambini. Per ogni ostaggio israeliano le cui salme saranno restituite, Israele restituirà le salme di 15 abitanti di Gaza.

Assistenza umanitaria e governance

Il piano stabilisce che, una volta accettato, gli aiuti umanitari arriveranno immediatamente a Gaza, in linea con l’accordo del 19 gennaio 2025. Questi aiuti comprenderanno il ripristino delle infrastrutture essenziali, come acqua, elettricità e servizi sanitari. Le operazioni di distribuzione degli aiuti saranno supervisionate da organismi internazionali, come le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa, per garantire che non ci siano interferenze da parte delle due parti.

Il governo di Gaza sarà gestito da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, composto da esperti locali e internazionali. Questo comitato opererà sotto la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione, il “Consiglio di pace”, presieduto da Donald Trump e da altri leader mondiali, incluso l’ex primo ministro britannico Tony Blair. Questo organismo avrà il compito di definire le linee guida per la ricostruzione di Gaza e di gestire i finanziamenti necessari.

Prospettive economiche e sicurezza

Il piano di pace prevede un ambizioso progetto di sviluppo economico per Gaza, con l’obiettivo di attrarre investimenti e creare opportunità di lavoro. Sarà istituita una zona economica speciale con tariffe preferenziali per incentivare il commercio con i paesi partecipanti. Non ci sarà obbligo per gli abitanti di lasciare Gaza; al contrario, saranno incoraggiati a rimanere e contribuire alla costruzione di un futuro migliore.

Hamas e altre fazioni dovranno astenersi dalla governance di Gaza. Tutte le infrastrutture militari dovranno essere distrutte e un processo di smilitarizzazione sarà avviato sotto la supervisione di osservatori indipendenti. La nuova Gaza si impegnerà a costruire un’economia prospera e a coesistere pacificamente con i suoi vicini.

Infine, gli Stati Uniti collaboreranno con partner regionali e internazionali per costituire una forza internazionale di stabilizzazione da dispiegare a Gaza. Questa forza avrà il compito di addestrare e supportare le forze di polizia palestinesi, garantendo la sicurezza interna e la protezione dei confini.

Se Hamas dovesse rifiutare o ritardare l’accettazione della proposta, il piano di aiuti procederà nelle aree già liberate dal terrorismo. Sarà avviato un dialogo interreligioso per promuovere valori di tolleranza e coesistenza, cercando di cambiare la narrativa tra palestinesi e israeliani. Con il progresso della ricostruzione e il rispetto del programma di riforme dell’Autorità Palestinese, si potrebbero creare le condizioni per un futuro di autodeterminazione e statualità palestinese.

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