Allerta per le liste d’attesa della procedura Tavi: solo un paziente su due riesce ad accedere

Veronica Robinson

Ottobre 2, 2025

La TAVI, acronimo di sostituzione transcatetere della valvola aortica, rappresenta una procedura innovativa e minimamente invasiva per la sostituzione della valvola aortica compromessa. Questo approccio ha dimostrato di essere un trattamento efficace e salvavita per i pazienti affetti da stenosi aortica sintomatica grave. Tuttavia, un dato preoccupante emerge dal 46esimo congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE), attualmente in corso a Milano: oltre 10.000 pazienti italiani idonei alla TAVI non ricevono l’intervento, su un totale di oltre 20.000 candidati, con una stagnazione rispetto ai dati del 2023, quando circa 13.000 interventi sono stati effettuati nel 2024.

Accesso alla TAVI

La questione dell’accesso alla TAVI è diventata cruciale e gli esperti stanno esplorando diverse soluzioni per affrontare le attuali difficoltà. Una delle proposte in discussione è la possibilità di eseguire l’intervento in ospedali privi di cardiochirurgia, ma con personale adeguatamente formato. Questa iniziativa assume particolare rilevanza alla luce delle nuove linee guida ESC/EACTS 2025, che hanno abbassato a 70 anni l’età limite per la TAVI e ne raccomandano l’uso anche nei pazienti asintomatici con stenosi aortica severa. In questo contesto, i ricercatori italiani sono in prima linea, conducendo due studi significativi: il registro multicentrico “TAVI at-home” e lo studio internazionale “TRACS“.

Prospettive future

Se queste ipotesi si rivelassero valide, si potrebbero ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e abbreviare i tempi di attesa, che attualmente mettono a rischio la vita dei pazienti. Francesco Saia, presidente di GISE, sottolinea come i recenti progressi tecnologici e l’esperienza accumulata dagli operatori abbiano reso la procedura più sicura, diminuendo notevolmente il numero di complicazioni che richiedono interventi chirurgici urgenti. Tuttavia, le linee guida internazionali attualmente consigliano che la TAVI venga eseguita esclusivamente in centri dotati di cardiochirurgia in sede.

Considerazioni finali

Alfredo Marchese, presidente eletto di GISE, evidenzia che questa cautela ha garantito lo sviluppo della terapia in condizioni di sicurezza, ma con l’espansione delle indicazioni e dell’esigenza di trattamenti, potrebbero sorgere problemi di accesso. Saia e Marchese concludono affermando che se i risultati degli studi confermeranno le attese, si potrebbero aprire nuove opportunità per il sistema sanitario. La possibilità di eseguire la TAVI in un numero maggiore di ospedali potrebbe non solo ridurre i tempi di attesa, ma anche migliorare l’accesso per i pazienti che risiedono lontano dai centri specializzati, liberando risorse preziose per il sistema sanitario.

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