Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un allerta riguardo alla situazione critica nella centrale elettrica di Zaporizhia, attualmente sotto occupazione russa. Secondo le dichiarazioni rilasciate il 15 gennaio 2025, i bombardamenti russi hanno reso impossibile il ripristino dell’energia necessaria per il raffreddamento dei reattori, aumentando il rischio di una potenziale fusione del nocciolo.
Comunicazioni di Zelensky
Zelensky ha comunicato attraverso il suo profilo Telegram che la centrale è stata disconnessa dalla rete elettrica a causa dei bombardamenti. Attualmente, l’impianto è alimentato da generatori diesel, una soluzione che rappresenta una situazione di emergenza. “I generatori e la centrale stessa non sono progettati per operare in queste condizioni e non hanno mai funzionato in questo modo per un periodo prolungato. Abbiamo già ricevuto segnalazioni di un guasto a uno dei generatori”, ha affermato Zelensky.
Contesto della centrale nucleare
La centrale nucleare di Zaporizhia, la più grande in Europa, è sotto il controllo russo dal marzo 2022. All’interno della struttura si trovano soldati russi e personale della compagnia statale russa Rosatom, il che complica ulteriormente la situazione di sicurezza e operatività dell’impianto.
Riferimenti storici
Il disastro della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile 1986, rappresenta un monito storico. L’esplosione del quarto reattore contaminò vaste aree dell’Ucraina e della Bielorussia, con conseguenze che si estesero fino alla Scandinavia, all’Europa centrale, inclusa la Polonia, e persino a paesi come la Grecia meridionale e l’Italia. La memoria di questo tragico evento sottolinea l’importanza di garantire la sicurezza delle strutture nucleari, soprattutto in contesti di conflitto come quello attuale.