La vicenda legata all’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo, ha preso una piega decisiva con l’intervento dei carabinieri del Ris, che oggi, 15 marzo 2025, sono tornati sul luogo del delitto per cercare eventuali tracce di sangue. Si indaga sull’auto di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore del vino accusato di aver ucciso la donna, e su quella del suo amico 26enne milanese. Secondo le ricostruzioni, Cinzia potrebbe essere stata trasportata con un mezzo dalla sua abitazione nella tenuta di Palau, dove Ragnedda le ha sparato al terreno, per poi nasconderne il corpo tra i rovi, dopo aver confessato l’omicidio.
Indagini e scoperte
Nei pressi del luogo del ritrovamento, sono stati scoperti alcuni indumenti, tra cui pantaloni e biancheria intima della vittima. Le domande si moltiplicano: Emanuele era solo quella notte? Ha avuto assistenza nel trasporto del corpo? Le indagini si concentrano su possibili complici, tra cui un uomo e una donna, sospettati di averlo aiutato a ripulire la scena del crimine. Gli esperti della Procura stanno esaminando il casolare per raccogliere elementi che possano rivelarsi cruciali.
Interrogatori e sviluppi
I carabinieri, attualmente, stanno interrogando diverse persone, ma con la massima cautela. Tra gli indagati per favoreggiamento figurano la compagna di Ragnedda, una ristoratrice di San Pantaleo, e l’amico milanese, entrambi pronti a negare ogni accusa. Un aspetto inquietante emerge dal caso: sono scomparsi sia il cellulare di Cinzia che i bossoli utilizzati per il delitto. La donna è stata colpita da due proiettili al volto, mentre un terzo colpo l’ha sfiorata.
Ricerca di veritÃ
La ricerca di verità e giustizia continua, con gli inquirenti determinati a fare luce su un omicidio che ha scosso profondamente la comunità locale e non solo.