Il dibattito sull’uso degli smartphone nelle scuole italiane continua a suscitare interesse e controversie. A partire dall’anno scolastico 2025, il divieto d’uso dei dispositivi personali è stato esteso a tutti gli alunni, ma le modalità di attuazione variano notevolmente da un istituto all’altro. Le scuole, per ora, tendono a seguire una linea più permissiva, evitando misure drastiche come la confisca degli apparecchi.
Strategie di gestione degli smartphone
Un’indagine condotta da Skuola.net, coinvolgendo 1.000 studenti delle scuole medie e superiori, ha rivelato che oltre il 50% degli intervistati può mantenere il proprio telefono in classe, a condizione che sia spento e riposto lontano dalla vista. Tuttavia, esistono anche approcci più severi, seppur in minoranza. Nonostante le regole in atto, circa un terzo degli studenti ha dichiarato che i compagni continuano a utilizzare i telefoni per scopi personali, ignorando le restrizioni imposte.
La gestione del divieto varia notevolmente: molti istituti hanno optato per un approccio soft, mentre altri hanno adottato misure più rigide. Questo è particolarmente evidente nel fatto che il 31% degli studenti afferma di aver già vissuto divieti simili l’anno precedente, mentre il 52% indica che le regole esistenti sono state applicate in modo più rigoroso quest’anno. Solo il 17% ha visto un cambiamento significativo.
Le modalità di attuazione nelle scuole
La maggior parte delle scuole ha scelto una strategia di collaborazione e responsabilità . Il 56% degli studenti riferisce che possono tenere il telefono, ma spento e riposto nello zaino. Tuttavia, il 18% degli intervistati ha segnalato che devono riporre i dispositivi in spazi designati, come armadietti o scatole. Alcuni istituti, più cauti, richiedono che il telefono venga consegnato direttamente agli insegnanti, mentre un 4% degli studenti deve utilizzare custodie sigillate.
La gestione delle infrazioni mostra differenze significative. Solo il 5% delle scuole adotta un approccio completamente tollerante, limitandosi a richiami verbali. La maggior parte segue un sistema a due fasi, con punizioni più severe in caso di recidiva. Tuttavia, il 16% dei partecipanti ha riferito che la propria scuola non ha ancora stabilito chiare conseguenze per le violazioni.
Il fenomeno delle trasgressioni
Nonostante le regole, la voglia di aggirare il divieto è presente. Circa il 61% degli studenti sostiene che, al momento, nessuno ha infranto le norme, ma un terzo ammette di aver visto compagni con il telefono in mano, senza subire conseguenze. La creatività degli studenti si manifesta anche nel noto stratagemma del “doppio telefono“, dove alcuni consegnano un vecchio modello mentre nascondono quello principale.
Un 14% attribuisce questo comportamento a pochi, mentre il 68% afferma che nella propria classe nessuno si spinge a tanto. Questo comportamento ha un impatto sull’efficacia della norma, con il 60% degli studenti che ammette che il programma di digital detox non funziona per tutti. Solo il 36% assicura che nessuno utilizza il telefono durante le lezioni.
Effetti sull’attenzione in aula
La questione centrale rimane se il divieto abbia effettivamente migliorato l’attenzione in aula. Solo il 9% degli studenti ha notato un miglioramento, mentre il 55% afferma che nulla è cambiato. Un 36% sostiene che il divieto non ha solo fallito nel migliorare la situazione, ma in alcuni casi l’ha persino aggravata.
Questo scenario evidenzia le sfide che le scuole devono affrontare nell’applicazione di regole che mirano a migliorare l’attenzione e la concentrazione degli studenti. La gestione dell’uso degli smartphone nelle scuole italiane continua a evolversi, con istituti che cercano di trovare un equilibrio tra il divieto e la responsabilità individuale.