Hamas approva il rilascio degli ostaggi e richiede negoziati sui termini. Trump: Israele deve fermare i bombardamenti.

Rosita Ponti

Ottobre 4, 2025

Il conflitto tra Israele e Hamas continua a suscitare reazioni a livello globale, con sviluppi significativi che si stanno verificando in queste ore. Dopo quasi due anni di violenze, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiesto a Israele di interrompere i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, in seguito all’accettazione da parte di Hamas di alcuni elementi del suo piano di pace. Questa dichiarazione è stata accompagnata dalla promessa di Hamas di restituire gli ostaggi catturati durante l’attacco del 7 ottobre 2023.

Trump ha espresso la sua fiducia in una possibile “pace duratura”, esortando Israele a fermare immediatamente le operazioni militari per garantire il rilascio sicuro degli ostaggi. La sua richiesta è stata pubblicata sulla piattaforma social Truth, dove ha sottolineato l’urgenza di un cessate il fuoco. Tuttavia, le reazioni da parte di Israele sono state finora assenti, a causa del Sabbath ebraico.

Nel frattempo, la Global Sumud Flotilla, composta da 41 imbarcazioni, è stata sequestrata da Israele a 70 miglia dalla costa di Gaza. Durante l’operazione, 473 volontari, tra cui oltre 40 italiani, sono stati arrestati e trasferiti nei carceri di Ketziot e Saharonim, nel deserto del Negev, in attesa di chiarimenti sulle procedure legali. Le autorità israeliane hanno richiesto agli attivisti di firmare un documento che attesta la loro entrata illegale nel Paese, mentre il team legale della Flotilla ha denunciato l’assenza di assistenza legale durante le udienze.

I quattro parlamentari italiani a bordo sono stati rilasciati e, secondo l’ambasciatore italiano, non hanno subito maltrattamenti. Tuttavia, le parole del ministro israeliano Ben-Gvir, che ha visitato gli attivisti e li ha definiti “terroristi”, hanno suscitato polemiche.

Negli ultimi giorni, altre 45 imbarcazioni sono salpate dalla Turchia, dirette verso le coste di Gaza, mentre la situazione continua a evolversi con un crescente numero di manifestazioni a sostegno della popolazione palestinese in diverse città del mondo.

Trump ringrazia i Paesi coinvolti

In un video pubblicato su Truth, Trump ha ringraziato i Paesi che hanno contribuito a raggiungere risultati nel processo di pace, citando specificamente il Qatar, la Turchia e l’Arabia Saudita. Ha descritto il loro supporto come “un aiuto enorme” per avvicinarsi alla fine della guerra. La sua affermazione è stata accolta con ottimismo da parte di alcuni leader regionali, che vedono in queste dichiarazioni un’opportunità per la pace.

Hamas si dice pronta a negoziare

Hamas ha accolto con favore le parole di Trump, dichiarando di essere pronta a negoziare immediatamente per uno scambio di prigionieri e per porre fine alla guerra. Il portavoce dell’organizzazione, Taher Al-Nounou, ha definito le dichiarazioni del presidente americano come “incoraggianti”, evidenziando la disponibilità a discutere il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza.

L’Egitto esprime speranza per un accordo

Il governo egiziano ha espresso la speranza che gli sviluppi recenti possano portare le parti coinvolte a prendersi le proprie responsabilità e ad attuare il piano di Trump. Il ministero degli Esteri egiziano ha pubblicato un comunicato in cui si auspica un dialogo costruttivo per porre fine al conflitto.

Reazioni in Israele e tra i leader mondiali

Un funzionario israeliano ha rivelato che il premier Benjamin Netanyahu è rimasto sorpreso dalla risposta di Hamas al piano di Trump. In consultazioni interne, Netanyahu ha espresso preoccupazioni riguardo all’interpretazione della risposta di Hamas, evidenziando la necessità di coordinarsi con gli Stati Uniti per garantire che non venga percepito un consenso da parte dell’organizzazione.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato che il rilascio di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco sono ora a portata di mano, sottolineando l’importanza di rispettare gli impegni presi da Hamas.

Situazione umanitaria a Gaza

La situazione umanitaria a Gaza continua a deteriorarsi, con l’Onu che ha segnalato un numero crescente di vittime tra gli operatori umanitari. Secondo il portavoce dell’Onu, 562 operatori sono stati uccisi dall’inizio del conflitto, mentre centinaia di migliaia di civili rimangono intrappolati nel nord della Striscia, vivendo in condizioni precarie.

Flotilla e condizioni di detenzione

La Farnesina ha espresso preoccupazione per le condizioni di detenzione degli attivisti italiani arrestati nella Flotilla, richiedendo un miglioramento delle condizioni in cui si trovano. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dato istruzioni all’ambasciata italiana in Israele di monitorare la situazione.

Il conflitto continua a generare tensioni e manifestazioni in tutto il mondo, mentre le speranze di una risoluzione duratura sembrano ancora lontane.

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