Prato, nel 2025, si conferma come la città italiana con la più alta concentrazione di cittadini cinesi, molti dei quali appartengono a seconde e terze generazioni. Tuttavia, un paradosso inquietante emerge: non si riesce a trovare un solo interprete per il maxi-processo alla mafia cinese in Toscana, noto come Chinatruck. Questo processo, avviato 14 anni fa, ha visto l’arresto di diversi individui sette anni fa, ma l’assenza di un perito per le traduzioni e le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche ha bloccato l’intero procedimento.
Ultimo tentativo di perizia
L’ultimo tentativo di perizia risale a qualche mese fa, quando una donna si è occupata delle traduzioni. Tuttavia, il pubblico ministero ha giudicato il lavoro “inutilizzabile”, poiché sarebbero stati trascurati dettagli cruciali. Questi elementi avrebbero potuto fornire chiarimenti sulle operazioni di Naizhong Zhang, considerato il leader della mafia cinese in Europa. Di conseguenza, la perizia è stata scartata e l’interprete è tornata a Pechino, lasciando il processo in una situazione di stallo.
Dettagli sul processo
Il processo riguarda 55 cittadini cinesi accusati di reati gravi. Le indagini condotte dalle autorità hanno rivelato che Naizhong Zhang avrebbe creato un sistema di riciclaggio di denaro attraverso il commercio di abbigliamento, sostenuto da attività illecite come la gestione di bische clandestine, prostituzione e usura. La mancanza di un interprete adeguato ha quindi un impatto diretto sulla possibilità di perseguire la giustizia in questo caso complesso e di rilevanza internazionale.