Barbara Schiavulli racconta: “Erano sempre armati e accompagnati dai cani”

Veronica Robinson

Ottobre 5, 2025

Il 5 ottobre 2025, un gruppo di attivisti italiani ha fatto ritorno in patria dopo essere stato rilasciato dalle Autorità israeliane. Dall’aeroporto di Fiumicino, sono atterrati 18 dei 26 membri della Global Sumud Flotilla, un’iniziativa volta a sostenere i diritti dei palestinesi, che era stata bloccata in precedenza. L’intervista con Barbara Schiavulli, condotta da Ilario Piagnerelli, ha messo in luce le esperienze vissute dagli attivisti durante la loro detenzione.

Il ritorno degli attivisti italiani

All’aeroporto di Fiumicino, i membri della Global Sumud Flotilla hanno trovato ad attenderli familiari e sostenitori, pronti a festeggiare il loro ritorno. Questi attivisti, che avevano intrapreso un viaggio per portare solidarietà e visibilità alla causa palestinese, hanno raccontato le tensioni vissute durante la loro detenzione. Tra le affermazioni più forti, una di loro ha sottolineato: “Ero presente quando Ben Gvir ci ha accusato di essere terroristi. Terrorista non è chi fa del male alle persone.” Queste parole esprimono il sentimento di ingiustizia che ha caratterizzato la loro esperienza, rivelando la determinazione degli attivisti nel difendere le proprie azioni e ideali.

Durante il volo di ritorno, gli attivisti hanno condiviso i momenti di paura e incertezza, ma anche la solidarietà che hanno trovato tra di loro. La Global Sumud Flotilla ha rappresentato un tentativo di portare aiuti umanitari e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in Palestina, un obiettivo che, nonostante le difficoltà, rimane centrale per i partecipanti. La loro storia ha attirato l’attenzione internazionale, evidenziando le sfide che affrontano coloro che si oppongono alle politiche israeliane nei confronti dei palestinesi.

Reazioni e dibattiti

La notizia del rilascio degli attivisti ha suscitato reazioni contrastanti sia in Italia che a livello internazionale. I sostenitori hanno accolto con gioia il loro ritorno, mentre le autorità israeliane hanno difeso le loro azioni, sostenendo che la detenzione era giustificata da presunti comportamenti provocatori. Tuttavia, molti critici hanno sottolineato come la libertà di espressione e il diritto di manifestare solidarietà non dovrebbero essere perseguiti come atti di terrorismo.

Le autorità italiane hanno espresso preoccupazione per la situazione degli attivisti e hanno richiesto chiarimenti sulle circostanze del loro arresto. La vicenda ha riacceso il dibattito sulle politiche israeliane nei confronti dei manifestanti e sugli effetti delle operazioni di controllo delle frontiere. La questione dei diritti umani in Palestina continua a essere un tema caldo, e il ritorno degli attivisti ha riportato l’attenzione su questo delicato argomento.

La Global Sumud Flotilla, nonostante le difficoltà incontrate, rappresenta un simbolo di resistenza e impegno per i diritti umani. Il loro viaggio ha dimostrato come la solidarietà internazionale possa affrontare le ingiustizie e come il dialogo e la comprensione siano fondamentali per la pace nella regione.

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