Benevento, il gip avverte: “Ocone potrebbe mettere in pericolo l’altro figlio”

Veronica Robinson

Ottobre 5, 2025

Salvatore Ocone, il 58enne accusato di aver brutalmente ucciso la moglie Elisabetta e il figlio Cosimo, oltre a ridurre in fin di vita la figlia di 16 anni, rappresenta una minaccia concreta per la sicurezza. Secondo quanto riportato dal giudice per le indagini preliminari, esistono “concrete possibilità che possa commettere nuovamente atroci delitti, eventualmente nei confronti del terzo figlio, Mario“. Questo monito è emerso in seguito alla decisione di mantenere in carcere Ocone, che ha compiuto il delitto martedì scorso.

Contesto di violenza

L’episodio si è verificato in un contesto di estrema violenza, con il giudice che ha descritto Ocone come una persona con “un’indole aggressiva e violenta”. Durante l’interrogatorio di convalida del fermo, l’uomo ha raccontato un momento di follia, affermando: “Mi è schizzata la testa come una molla all’improvviso”. Queste parole, pronunciate dopo essere stato rintracciato nelle campagne del Molise, rivelano la gravità della situazione e il potenziale pericoloso comportamento di Ocone.

Preoccupazione nella comunità

Il caso ha sollevato un’ondata di preoccupazione nella comunità locale, dove la violenza domestica è un problema sempre più pressante. La decisione del giudice di confermare la carcerazione è stata motivata dalla necessità di proteggere non solo l’integrità fisica di Mario, il terzo figlio, ma anche quella di eventuali altre persone che potrebbero essere a rischio. Le autorità stanno ora monitorando attentamente la situazione, consapevoli che la violenza può manifestarsi in modi inaspettati e devastanti.

Indagini e prevenzione

Le indagini continuano, mentre la comunità si interroga su come prevenire simili tragedie in futuro. La storia di Salvatore Ocone è un triste promemoria delle conseguenze devastanti che la violenza domestica può avere, non solo per le vittime dirette, ma anche per i familiari e l’intera società.

×