Flotilla: rientrati in Italia attivisti che denunciano trattamenti inumani

Rosita Ponti

Ottobre 5, 2025

Un’accoglienza trionfale ha accolto i membri della Flotilla italiana al loro rientro all’aeroporto di Fiumicino, avvenuto il 15 gennaio 2025. I diciotto reduci, visibilmente stanchi e provati dall’esperienza, hanno risposto con frasi brevi e concise ai numerosi giornalisti presenti, limitandosi a dire: “È stata solo molto dura, non vi posso dire niente”.

Sfilando davanti a fotografi e telecamere

Sfilando davanti a fotografi e telecamere, l’aria di riservatezza era palpabile. Nonostante il desiderio di raccontare la loro esperienza, i reduci erano consapevoli della situazione delicata di altri quindici italiani ancora in Israele, in attesa di un processo. Tuttavia, qualcuno ha trovato difficile contenere le emozioni e ha deciso di rompere il silenzio imposto. Lorenzo D’Agostino, un giornalista tra i reduci, ha condiviso: “Siamo stati sottoposti a umiliazioni di ogni tipo. Non si dorme in quella prigione, ogni due ore ti svegliano, ci hanno aizzato contro i cani…”.

Le parole amplificate da un collega

Le sue parole sono state amplificate da Saverio Tommasi, un altro collega, che ha confermato la gravità della situazione: “Noi non potevamo alzare la testa. Ci trattavano, me, Paolo Romano e altri dei vari gruppi, come delle scimmie”. La loro testimonianza ha gettato luce su un’esperienza traumatica che, sebbene non possa essere completamente raccontata, è segnata da momenti di intensa sofferenza e privazione.

L’atmosfera all’aeroporto

L’atmosfera all’aeroporto era carica di emozione, con familiari e amici in attesa di riabbracciare i reduci. Nonostante le difficoltà, il rientro ha rappresentato un momento di speranza e di riunione per coloro che hanno vissuto un’esperienza così intensa e dolorosa.

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