Il 5 ottobre 2025, l’aeroporto di Malpensa ha accolto il rientro di diversi attivisti italiani, tra cui il consigliere regionale della Lombardia, Paolo Romano. Questi attivisti erano stati precedentemente espulsi da Israele mentre si trovavano a bordo della Global Sumud Flotilla, un’iniziativa volta a sostenere i diritti umani e la libertà di movimento nella regione.
Il rientro degli attivisti a Malpensa
Il volo di rientro ha portato a Malpensa un gruppo di attivisti che ha vissuto un’esperienza intensa e controversa. Tra di loro, Paolo Romano ha condiviso le sue impressioni sulla situazione vissuta in Israele. Gli attivisti erano stati coinvolti in un’azione pacifica e di solidarietà, ma sono stati costretti a lasciare il paese in seguito a misure di espulsione da parte delle autorità israeliane.
Alberto Ambrogi, giornalista di Tgr Lombardia, ha raccolto le testimonianze di alcuni dei rimpatriati. Gli attivisti hanno descritto le difficoltà affrontate durante il loro soggiorno e le ragioni che li hanno spinti a partecipare alla flottiglia. Hanno sottolineato l’importanza della loro missione, che mirava a richiamare l’attenzione internazionale sulle condizioni di vita nei territori occupati e sulla necessità di una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese.
Le reazioni all’arrivo degli attivisti a Malpensa sono state varie. Mentre alcuni hanno accolto con entusiasmo il loro ritorno, altri hanno espresso preoccupazione per le conseguenze delle loro azioni. La flottiglia ha suscitato dibattiti accesi sia in Italia che a livello internazionale, con opinioni contrastanti riguardo alla legittimità e all’efficacia di tali iniziative.
La presenza di Paolo Romano, figura politica di spicco, ha ulteriormente amplificato l’attenzione mediatica su questo evento. La sua testimonianza ha messo in evidenza le sfide che gli attivisti affrontano nel cercare di portare avanti la loro causa. Romano ha dichiarato che la lotta per i diritti umani non si ferma e che continuerà a lavorare per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche.
In questo contesto, il rientro degli attivisti rappresenta non solo una vittoria personale, ma anche un momento di riflessione su questioni più ampie legate alla giustizia sociale e ai diritti umani. La loro esperienza è un richiamo all’importanza di mantenere viva l’attenzione su situazioni di conflitto e ingiustizia nel mondo contemporaneo.