Riscaldamento domestico: quando è opportuno attivare i termosifoni

Veronica Robinson

Ottobre 5, 2025

Il week end che ha caratterizzato l’Italia ha portato con sé un clima autunnale, accompagnato da un significativo abbassamento delle temperature. Questo cambiamento meteorologico ha sollevato interrogativi riguardo alle date di accensione del riscaldamento per le abitazioni italiane. Le normative in materia sono stabilite dal DPR 74/2013, che regola il funzionamento degli impianti di riscaldamento.

Tempistiche e deroghe per l’accensione

Le tempistiche per l’accensione variano a seconda delle diverse zone climatiche del Paese, e sono previste deroghe per situazioni specifiche. Queste eccezioni riguardano strutture come ospedali, cliniche private e residenze assistenziali, le quali possono decidere autonomamente orari e temperature. Anche gli istituti per l’infanzia, i nidi e le piscine rientrano in questa categoria. Inoltre, le attività produttive e artigiane possono richiedere condizioni particolari che giustifichino l’accensione anticipata del riscaldamento.

Regole generali per condomini e abitazioni

Per quanto riguarda i condomini e le abitazioni, la regola generale prevede una temperatura massima di 20°C, con i riscaldamenti attivi solo dalle 5 del mattino fino alle 23. È prevista una tolleranza di due gradi, che permette di adattarsi alle necessità degli abitanti. Le modalità di accensione possono variare in base ai regolamenti condominiali e alle eventuali ordinanze comunali. Il monte ore di accensione può essere continuativo o frazionato, a patto che non superi il limite stabilito dalla legge.

Zone climatiche e date di accensione

Zona A: nei territori di Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, i riscaldamenti possono essere attivati a partire dal 1° dicembre, per un massimo di 6 ore al giorno, e dovranno essere spenti entro il 15 marzo.

Zona B: nelle città di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani, è possibile accendere i termosifoni dal primo dicembre, per un massimo di 8 ore giornaliere, con spegnimento fissato al 31 marzo.

Zona C: a Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto, i riscaldamenti possono essere accesi dal 15 novembre fino al 31 marzo, per un massimo di 10 ore al giorno. Questa zona include anche la città metropolitana di Roma.

Zona D: nelle province di Milano, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo, i termosifoni possono essere accesi dal primo novembre, per un massimo di 12 ore al giorno, con spegnimento previsto per il 15 aprile. Sono inclusi anche i comuni di Forlì e Forlimpopoli.

Zona E: comprende le province di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Forlì-Cesena, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza. In questa zona, i riscaldamenti possono essere accesi dal 15 ottobre, per un massimo di 14 ore al giorno, fino al 15 aprile.

Zona F: comprende le aree più fredde del Paese, come Belluno, Cuneo e Trento, dove non sono previsti limiti di accensione. Questa zona include anche comuni dell’arco appenninico, dove il clima è particolarmente rigido. Ad esempio, nella provincia di Bologna si trovano Lizzano in Belvedere, Porretta Terme e Granaglione, mentre in provincia di Modena si possono citare Frassinoro e Pievepelago. Nella provincia di Reggio Emilia, comuni come Ramiseto e Collagna rientrano in questa categoria, così come diverse località delle province di Parma e Piacenza.

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