La manifestazione a Roma del 5 ottobre 2025 ha visto un’ampia partecipazione di cittadini, con centinaia di migliaia di persone che hanno sfilato pacificamente per le vie della capitale, esprimendo il loro dissenso con slogan come “Stop al genocidio”. Tuttavia, la situazione è rapidamente degenerata quando un gruppo di circa 300 manifestanti incappucciati si è distaccato dal corteo principale, avvicinandosi ai palazzi istituzionali e dando vita a scontri violenti. Le forze dell’ordine hanno risposto utilizzando idranti e lacrimogeni per disperdere la folla, mentre i manifestanti hanno opposto resistenza lanciando oggetti e incendiando cassonetti.
Il corteo pacifico che si trasforma in violenza
A Roma, il corteo pro-Palestina ha preso avvio da Porta San Paolo e ha raggiunto San Giovanni, con una partecipazione massiccia che ha riempito le strade della capitale. Il clima inizialmente festoso e pacifico è stato interrotto nel pomeriggio quando alcuni manifestanti hanno iniziato a lanciare oggetti contro gli agenti di polizia, rovesciando cassonetti e creando barricate. La situazione è degenerata ulteriormente con l’incendio di un’auto della polizia e il lancio di bottiglie e petardi. Le forze dell’ordine hanno reagito in modo deciso, utilizzando lacrimogeni per disperdere i manifestanti e proteggere i luoghi sensibili, come il Ghetto ebraico.
Le conseguenze degli scontri
La Questura ha reso noto che sono state fermate 262 persone, con due arresti effettuati durante gli scontri. Gli agenti hanno dovuto fronteggiare una situazione di emergenza, con 41 membri delle forze dell’ordine feriti. Le autorità hanno avviato indagini approfondite per identificare i responsabili delle violenze, utilizzando immagini e video raccolti durante la manifestazione. Tra le persone fermate, molte appartenevano a collettivi antagonisti. Il premier Giorgia Meloni ha espresso il suo sostegno alle forze dell’ordine, sottolineando il loro ruolo fondamentale nella sicurezza del paese.
Le azioni dei teppisti e l’intervento della polizia
Durante gli scontri, un gruppo di teppisti è stato bloccato a Santa Maria Maggiore, dove la polizia ha utilizzato un mezzo idrante per circoscriverli. La situazione è stata tesa, con manganellate e feriti. Un altro gruppo è stato intercettato in via Lanza, ma il fronte si è ricompattato in via Merulana, dando vita a una guerriglia urbana. Le forze dell’ordine hanno dovuto affrontare un fitto lancio di bottiglie e fumogeni, mentre i vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme di un’auto incendiata.
Il piano di sicurezza e i sequestri
In previsione della manifestazione, le autorità avevano predisposto un imponente piano di sicurezza, con 2000 agenti impiegati e controlli rigorosi ai caselli autostradali. Durante i controlli, sono stati sequestrati bastoni, aste metalliche e maschere antigas su alcuni pullman e un’auto. Inoltre, cinque minorenni sono stati trovati in possesso di oggetti pericolosi. La Questura ha confermato che le misure di sicurezza erano necessarie per prevenire infiltrazioni violente e garantire la sicurezza pubblica.
La partecipazione e le polemiche sui numeri
La manifestazione ha sollevato polemiche riguardo il numero di partecipanti. La Questura ha stimato circa 250.000 persone, mentre gli organizzatori hanno dichiarato che erano un milione. I promotori hanno enfatizzato la loro posizione contro le politiche israeliane, chiedendo un fermo sostegno alla causa palestinese. Gli slogan e gli striscioni esposti durante il corteo hanno evidenziato un forte sentimento di protesta e una richiesta di attenzione internazionale sulla situazione in Palestina.