È una giornata storica per la Siria, che oggi, 5 ottobre 2025, celebra le prime elezioni parlamentari dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Quest’ultimo è stato destituito lo scorso dicembre, ponendo fine a un dominio durato 24 anni. Sotto il governo della dinastia alawita, iniziato con Hafiz al-Assad nel 1971 e proseguito con il figlio Bashar, la Siria ha sempre organizzato elezioni formali, ma il partito Baath ha mantenuto il controllo assoluto, rendendo tali votazioni sostanzialmente fittizie.
Un voto con limitazioni democratiche
Le attuali elezioni, pur rappresentando un passo significativo verso il cambiamento, non possono essere considerate completamente democratiche. Diverse critiche sono state sollevate riguardo al processo elettorale. Infatti, la maggior parte dei seggi dell’Assemblea del Popolo sarà assegnata attraverso collegi elettorali locali, ma un terzo delle posizioni sarà nominato direttamente dal presidente ad interim, Ahmad al-Sharaa, il quale ha avuto un ruolo chiave nella caduta di Assad. Questo sistema solleva interrogativi sulla reale volontà del governo provvisorio di intraprendere un percorso di democratizzazione.
Nonostante le elezioni non rispettino pienamente gli standard democratici, i risultati saranno interpretati come un indicatore della serietà con cui le autorità intendono affrontare la transizione. Un tema centrale sarà l’inclusività, in particolare riguardo alla rappresentanza delle donne e delle minoranze. Attualmente, non sono stati riservati posti specifici per questi gruppi, e si prevede che al-Sharaa possa nominare uomini a lui fedeli, senza garantire una reale rappresentanza.
Il funzionamento delle elezioni parlamentari
Le elezioni odierne riguardano l’Assemblea del Popolo, che conta 210 seggi. Di questi, due terzi saranno eletti attraverso il voto popolare, mentre un terzo sarà designato dal presidente. I membri dei collegi elettorali, circa 7.000, sono suddivisi in 60 distretti e selezionati da comitati. Questo sistema dovrebbe portare all’elezione di 140 parlamentari.
Tuttavia, le elezioni nelle province di Sweida e nelle aree controllate dalle Forze Democratiche Siriane, come Raqqa e Hasakah, sono state rinviate a causa di tensioni con il governo centrale di Damasco. Di conseguenza, circa 6.000 membri del collegio elettorale parteciperanno in 50 distretti, per un totale di circa 120 seggi. La città di Aleppo, con 700 membri del collegio, rappresenta il distretto più grande, seguito dalla capitale, con 500 membri.
Le sfide per un voto autentico
Dopo la caduta di Assad, le autorità provvisorie hanno sciolto tutti i partiti politici esistenti, senza aver ancora creato un sistema per la registrazione di nuovi gruppi. Pertanto, i candidati si presentano come indipendenti. Le autorità hanno giustificato questa scelta affermando che, in questa fase, sarebbe impossibile realizzare un registro elettorale accurato, considerando che milioni di siriani sono stati sfollati a causa della guerra civile, che dura da quasi 14 anni.
Inoltre, sono esclusi dalle elezioni coloro che sono stati ritenuti vicini al regime precedente, chi ha precedenti penali o chi è stato coinvolto in atti di terrorismo. I requisiti per candidarsi includono una soglia di età (superare i 25 anni) e la cittadinanza attiva da prima del 2011. La scarsa pubblicità riguardo a queste elezioni ha portato molti siriani a non essere a conoscenza del voto.
Il nuovo Parlamento avrà un mandato di 30 mesi, durante i quali il governo dovrà preparare il terreno per future elezioni popolari. Al-Sharaa ha dichiarato di voler rimanere al potere per cinque anni, periodo durante il quale si dovranno tenere elezioni politiche e approvare una Costituzione definitiva, in sostituzione della Carta provvisoria attualmente in vigore.