Abusi su Greta Thunberg e attivisti della Flottilla: Israele risponde con fermezza

Rosita Ponti

Ottobre 6, 2025

In un contesto di crescente tensione geopolitica, la vicenda di Greta Thunberg ha riacceso il dibattito a livello internazionale. Il 1° ottobre 2025, la giovane attivista svedese, nota per il suo impegno nella lotta contro il cambiamento climatico, è stata fermata dalle forze navali israeliane mentre si trovava a bordo della nave Alma, parte della Global Sumud Flotilla. Questo convoglio, composto da oltre 40 imbarcazioni, è partito da Barcellona a fine agosto e ha visto la partecipazione di circa 500 attivisti provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo della missione era quello di sfidare il blocco navale imposto da Israele su Gaza, trasportando aiuti umanitari come cibo, acqua e medicinali per i civili colpiti dal conflitto in corso dal 2023. Il governo di Tel Aviv ha definito l’iniziativa come una “provocazione”, sostenendo presunti legami con Hamas.

Operazione della marina israeliana

L’operazione della marina israeliana ha portato all’intercettazione di quasi tutte le navi in acque internazionali, a circa 130 chilometri dalla costa di Gaza. Video diffusi dal Ministero degli Esteri israeliano mostrano Thunberg seduta sul ponte della nave, apparentemente calma, mentre riceve acqua e una giacca da un soldato. Il dicastero ha comunicato attraverso un tweet che “Greta e i suoi amici sono al sicuro e in buona salute”. Gli attivisti detenuti, tra cui parlamentari europei e attivisti provenienti da Turchia, Italia e Stati Uniti, sono stati trasferiti al porto di Ashdod per le procedure di espulsione.

Accuse di maltrattamenti

Le accuse di maltrattamenti sono emerse subito dopo. Atterrati a Istanbul il 4 ottobre su voli speciali, 137 deportati – tra cui cittadini turchi, malesi e americani – hanno denunciato condizioni disumane. Le attiviste malesi, Heliza Helmi e Hazwani Helmi, hanno parlato di un “trattamento da animali”, descrivendo situazioni come cibo insufficiente, acqua non potabile, medicinali confiscati e celle infestate da blatte e pidocchi.

Testimonianze e denunce

Testimonianze di testimoni oculari, tra cui il giornalista e attivista turco Ersin Celik, riportano che Greta Thunberg sarebbe stata “trascinata per i capelli” e costretta a tenere o baciare bandiere israeliane per scopi propagandistici. Una mail delle autorità svedesi, inviata a persone vicine all’attivista, suggerisce che Thunberg si fosse lamentata di essere stata detenuta in una cella infestata da insetti e con poca disponibilità di cibo e acqua.

Proteste e reazioni internazionali

Le denunce hanno scatenato proteste in diverse città, da Barcellona a Roma, con migliaia di persone che hanno marciato contro il “sequestro illegale”. Governi come quelli di Turchia e Sudafrica hanno condannato l’azione israeliana. Non è la prima volta che Thunberg si trova coinvolta in situazioni simili: a giugno 2025, era stata deportata dopo un altro tentativo con la Freedom Flotilla Coalition.

Risposta del governo israeliano

Il governo israeliano ha risposto con fermezza alle accuse. Il 5 ottobre, il Ministero degli Esteri ha definito le affermazioni come “sfacciate menzogne” attraverso un post su X (ex Twitter), affermando che “tutti i diritti legali dei detenuti sono stati pienamente tutelati”. Registri giudiziari provenienti da Ashkelon, riportati da i24News, confermano che Thunberg, trattenuta per 48 ore, non ha presentato reclami formali riguardo a presunti abusi. Il ministero ha negato che si siano verificate torture o richieste di foto forzate.

Discrepanze e interrogativi

Le discrepanze tra le testimonianze e i documenti ufficiali sollevano interrogativi. Mentre il ministro Itamar Ben-Gvir ha giustificato il “trattamento da terroristi” per scoraggiare future flotille, l’ong araba-israeliana Adalah ha denunciato “abusi sistematici”. Thunberg, già rimpatriata in Svezia, non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche.

Negazione delle accuse

L’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, ha negato le accuse di maltrattamenti. In un’intervista, ha affermato che gli attivisti della Global Sumud Flotilla, inclusa Greta Thunberg, non hanno subito maltrattamenti e che sono stati trattati secondo le leggi. Ha sottolineato che coloro che hanno accettato di tornare a casa sono stati rilasciati in due giorni. Peled ha anche respinto le affermazioni riguardanti il presunto costringimento di Thunberg a baciarsi la bandiera israeliana, suggerendo che l’attivista sia stata manipolata per accusare Israele. Riguardo alle manifestazioni in Italia, ha commentato che ha osservato “molta violenza” e ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine italiane.

×