Iniziano i negoziati a Sharm: partecipanti, modalità e temi in discussione

Rosita Ponti

Ottobre 6, 2025

Oggi, 15 gennaio 2025, si svolgeranno in Egitto i primi colloqui tra la delegazione di Israele e quella di Hamas, in un contesto di grande attesa e tensione. Questo incontro, sebbene indiretto, rappresenta un passo significativo nella discussione del controverso “piano Trump” per Gaza, un tema che ha suscitato numerosi dibattiti e speculazioni negli ultimi mesi.

Le delegazioni coinvolte

Per gli Stati Uniti, la delegazione sarà composta dall’inviato speciale Steve Witkoff e da Jared Kushner, genero dell’ex presidente Donald Trump. Israele, dal canto suo, sarà rappresentato da un team di alto profilo guidato dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer. Tra i membri della delegazione israeliana ci saranno anche Gal Hirsch, responsabile per la trattativa sugli ostaggi, Nitzan Alon delle IDF, il vicedirettore dello Shin Bet e funzionari del Mossad e del Ministero della Difesa.

La delegazione palestinese sarà capitanata da Khalil Al-Hayya di Hamas, che ha organizzato il gruppo in due squadre. Una di queste si concentrerà sui negoziati indiretti con Israele, puntando a un accordo sul rilascio degli ostaggi e a una risoluzione del conflitto. L’altra squadra si occuperà di incontri intra-palestinesi, con l’obiettivo di unire le diverse fazioni e superare le divisioni interne. I negoziatori palestinesi, partiti da Doha, arriveranno a Sharm el-Sheikh transitando per Il Cairo.

I temi sul tavolo dei negoziati

Il tema principale che verrà discusso è il rilascio degli ostaggi, un aspetto cruciale per la continuazione dei colloqui. Fonti vicine alla questione hanno rivelato che Hamas è molto motivata a raggiungere un accordo per porre fine alle ostilità e avviare immediatamente il processo di scambio di prigionieri. Le fasi successive dei colloqui potrebbero riguardare il ritiro delle forze israeliane da Gaza e il rilascio di circa 250 prigionieri palestinesi, tra cui nomi di spicco come Marwan Barghouti, Ahmad Saadat e Abdullah Barghouti, figure simboliche del movimento nazionale palestinese.

In un contesto di crescente tensione, i leader politici israeliani hanno dato istruzioni all’esercito di contenere le operazioni militari a Gaza City, un segnale che potrebbe indicare la volontà di Tel Aviv di trovare un accordo. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che il successo dei negoziati dipenderà dalla disponibilità di Hamas a rilasciare gli ostaggi. Netanyahu ha espresso cautela, affermando che se il rilascio non avverrà, Israele sarà supportato dagli Stati Uniti in un’azione decisiva contro il gruppo islamista.

Le richieste di Hamas e le misure di sicurezza

Secondo quanto riportato da fonti vicine ad Hamas, oltre al rilascio dei prigionieri, il gruppo richiederà un cessate il fuoco totale durante i giorni di negoziato, il ritiro delle IDF alle posizioni precedenti all’operazione di gennaio e la sospensione dei raid militari per 10 ore al giorno, estendendo a 12 ore nei giorni in cui avviene il rilascio degli ostaggi.

Le informazioni provenienti dai servizi di intelligence egiziani indicano che le delegazioni saranno collocate nello stesso edificio, ma in aree separate per garantire la riservatezza degli incontri, con misure di sicurezza estremamente severe. L’intelligence del Cairo ha implementato misure rigorose riguardo agli spostamenti e ai luoghi di ritrovo della delegazione di Hamas, evidenziando la delicatezza della situazione e l’importanza di questi colloqui per il futuro della regione.

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