Sotto la direzione dell’EPPO di Bologna, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Prato hanno eseguito un’importante operazione contro un’associazione criminale attiva nella vendita di autovetture di lusso di origine tedesca. Questo intervento, avvenuto nel mese di marzo 2025, ha portato all’applicazione di provvedimenti emessi dai Tribunali di Ferrara e Trani, con l’obiettivo di smantellare un sistema illecito che ha fruttato profitti illeciti per un totale di circa 43 milioni di euro.
Sequestro di beni e capitali
Le indagini condotte dai Finanzieri di Prato hanno rivelato un quadro complesso e articolato. Le misure cautelari hanno interessato i capitali sociali di otto società , sette appezzamenti di terreno, tre immobili residenziali, un concessionario di auto e 41 autovetture di prestigio, tra cui modelli di Ferrari, Lamborghini e Porsche, per un valore di mercato di circa 3,5 milioni di euro. Inoltre, sono stati bloccati oltre 50 conti bancari, con disponibilità liquide superiori a 1,2 milioni di euro. Le operazioni hanno incluso perquisizioni in più di 15 località , tra cui residenze e sedi aziendali degli indagati, per raccogliere ulteriori prove e informazioni.
Origine delle indagini
Le attività investigative sono state avviate in seguito a un esposto presentato da un acquirente che aveva riscontrato difficoltà nell’immatricolazione di un’auto usata acquistata da un concessionario multimarca, il quale a sua volta aveva acquisito il veicolo da un venditore tedesco. Le prime evidenze raccolte hanno permesso di scoprire un contesto criminale di dimensioni ben più ampie, coinvolgendo l’area di competenza della Procura Europea, istituita nel 2017 per combattere le frodi fiscali e le irregolarità nella spesa pubblica a livello europeo. Questo ha portato a un’intensa attività di polizia giudiziaria, che ha incluso intercettazioni telefoniche e indagini bancarie, nonché la cooperazione con le autorità tedesche per indagini transfrontaliere.
Strategie evasive e impatto sul mercato
Il sistema illecito era caratterizzato da un’organizzazione sofisticata per la raccolta degli ordini di acquisto attraverso concessionarie compiacenti e la selezione di veicoli presso grandi rivenditori di auto usate in Germania. Le pratiche di importazione erano concepite per consentire l’immatricolazione in Italia senza il pagamento dell’IVA, utilizzando società di comodo intestate a prestanome e pratiche di falsa fatturazione. Gli indagati hanno adottato strategie per rendere difficile la tracciabilità delle operazioni, come la cessazione e riapertura periodica delle partite IVA, mantenendo invariata la posizione degli showroom.
Il risparmio fiscale ottenuto ha alimentato strategie di pricing aggressivo, permettendo l’immissione nel mercato di autovetture di alta gamma a prezzi estremamente competitivi. Questo ha avuto un impatto significativo sul settore, creando una concorrenza sleale nei confronti di concessionari e rivenditori onesti.
Cooperazione internazionale e esito delle indagini
Il lavoro dei Finanzieri di Prato, coordinato dalla Procura Europea di Bologna, ha portato alla formulazione di due richieste di misure cautelari reali, presentate ai Tribunali di Ferrara e Trani. Le autorità giudiziarie hanno accolto le tesi accusatorie, emettendo provvedimenti di sequestro finalizzati alla confisca di beni per un valore complessivo di circa 43 milioni di euro. Le operazioni di sequestro sono state accompagnate da perquisizioni domiciliari mirate presso gli indagati e le sedi delle imprese coinvolte.
Le indagini hanno visto il supporto dei Reparti del Corpo della Guardia di Finanza competenti per le province di Ferrara, Bologna, Andria, Trani, Molfetta e Crotone, con pattuglie del Gruppo Prato inviate a coordinare le operazioni sul campo. L’azione congiunta ha evidenziato l’impegno delle autorità nel contrastare le frodi fiscali e le attività illecite nel settore automobilistico.