I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste, insieme ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno effettuato un’importante operazione di sequestro di merce contraffatta. Il blitz ha riguardato prodotti per l’igiene personale e per la profumazione degli ambienti, evidenziando l’impegno delle autorità nel contrastare il fenomeno della contraffazione.
Dettagli dell’operazione
L’operazione è scaturita da un’accurata analisi di rischio, che ha portato all’individuazione di due container provenienti dal porto di Mersin, in Turchia. Questi erano destinati a una società austriaca situata a Neudorf. L’attività di monitoraggio, che viene effettuata quotidianamente presso il porto triestino, è fondamentale per individuare traffici illeciti. Ogni settimana, oltre 16.000 mezzi pesanti e container provenienti da vari paesi extraeuropei giungono a Trieste, e la selezione dei veicoli da controllare è effettuata da operatori altamente specializzati, che si avvalgono di una serie di parametri e indizi.
Scoperte nei container
Nel primo container ispezionato, le forze dell’ordine hanno rinvenuto un carico di confezioni di shampoo, contrassegnate da “etichette anonime” che riportavano informazioni false. Nel secondo container, invece, sono state scoperte 600.000 etichette adesive perfettamente replicate, riportanti il logo di un marchio internazionale noto. Queste etichette contraffatte avrebbero dovuto essere applicate alle confezioni di shampoo prima della loro commercializzazione, una pratica che rappresenta un grave danno per le aziende legittime.
Sequestro e perizie
In aggiunta, sono state sequestrate anche 147.000 confezioni di profumatori contraffatti. A seguito del sequestro, i prodotti sono stati sottoposti a perizie tecniche, condotte con l’assistenza degli esperti delle aziende titolari dei marchi, al fine di attestare la loro falsificazione. Questo ha messo in luce il danno indiretto subito dalle aziende legittime, vittime di pratiche commerciali sleali.
Indagini e obiettivi futuri
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trieste, si stanno estendendo anche ad altri stati europei per rintracciare i destinatari della merce contraffatta. L’obiettivo è ricostruire l’intera filiera del falso. Grazie a questo intervento, è stato possibile evitare un illecito guadagno stimato in circa un milione di euro sul mercato, sottolineando l’importanza della vigilanza e della cooperazione tra le autorità competenti.