Il premier dimissionario della Francia, Sébastien Lecornu, ha ricevuto un ultimatum dal presidente Emmanuel Macron: 48 ore per affrontare la crisi politica che attanaglia il Paese. In un comunicato ufficiale emesso dai servizi del primo ministro, è stato annunciato che Lecornu convocherà tutte le forze politiche a Matignon, tra il pomeriggio del 12 e la mattina del 13 gennaio 2025.
Il premier uscente, il cui governo è stato il più breve della storia repubblicana, ha a disposizione tempo fino a domani sera per dialogare con i gruppi politici. L’obiettivo è trovare un accordo che eviti nuove elezioni legislative, una richiesta avanzata da molti, mentre pochi auspicano un’eventuale tornata presidenziale.
Le priorità del premier dimissionario
Secondo quanto comunicato da Matignon, Lecornu intende focalizzare le discussioni su due temi fondamentali: l’approvazione del bilancio statale e il futuro della Nuova Caledonia. L’ufficio del primo ministro ha evidenziato che, durante una riunione con i membri del ‘socle commun’, è stata espressa l’urgenza di affrontare queste questioni. Tutti i partecipanti hanno mostrato un consenso sulla necessità di trovare una soluzione rapida riguardo all’adozione di un bilancio per lo Stato e per la previdenza sociale, oltre alla situazione della Nuova Caledonia. Le discussioni hanno toccato anche l’emergenza di bilancio e i parametri per un possibile compromesso con l’opposizione.
Le posizioni dei partiti
Bruno Retailleau, leader dei Repubblicani, ha posto un aut-aut, affermando che le uniche strade percorribili per uscire dalla crisi sono lo scioglimento dell’Assemblea o la nomina di un primo ministro di coabitazione. Retailleau ha criticato la scelta di Macron di nominare un premier vicino a lui, sottolineando che avrebbe dovuto riflettere il risultato delle ultime elezioni legislative. Ha avvertito che le elezioni non garantiscono una maggioranza chiara.
Bardella ha mostrato apertura verso i Repubblicani, dichiarando che se questi ultimi proponessero una convivenza dopo lo scioglimento delle Camere, sarebbe disposto a considerare l’alleanza, evidenziando la necessità di unire le forze per vincere.
Intanto, il clima di incertezza continua a crescere anche all’interno del partito di Macron. Gabriel Attal ha espresso la sua confusione riguardo alle decisioni del presidente, evidenziando un apparente desiderio di mantenere il controllo. Un sondaggio condotto da Le Figaro ha rivelato che il 53% degli intervistati desidererebbe le dimissioni di Macron.
Le reazioni delle opposizioni
Critiche sono arrivate anche da Edouard Philippe, che ha esortato Macron a procedere con l’approvazione di un bilancio e a nominare un nuovo governo, suggerendo l’organizzazione di elezioni presidenziali anticipate. I socialisti e i verdi, invece, sperano in una nuova opportunità. Olivier Faure, leader del Partito Socialista, ha chiesto un cambio di rotta e l’instaurazione di un “governo di sinistra” a Matignon. Marine Tondelier, capo degli Ecologisti, ha invitato tutte le forze di sinistra a un incontro, sebbene il Partito Comunista abbia già dichiarato di non partecipare.
Fabien Roussel, segretario nazionale del Partito Comunista, ha suggerito che la soluzione alla crisi risieda nella nomina di un premier di sinistra. La posizione di La France Insoumise rimane invece intransigente. Manuel Bompard, coordinatore generale del partito, ha affermato che è giunto il momento per Macron di lasciare, affinché sia il popolo a decidere il futuro del Paese.