L’Istat esprime cautela sulla manovra: “Impatto nullo sul Pil nel 2026, limitato nel 2027-28”

Veronica Robinson

Ottobre 7, 2025

L’ISTAT ha comunicato che la manovra economica da 16 miliardi di euro prevista per il 2026 non avrà un impatto significativo sull’economia italiana. Durante un’audizione tenutasi martedì 7 ottobre 2025 presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, l’istituto ha evidenziato che l’intervento non influenzerà il PIL nel primo anno di applicazione. Negli anni successivi, 2027 e 2028, si prevede un effetto espansivo limitato a un decimo di punto percentuale.

La manovra, che rappresenta in media lo 0,7% del PIL, sarà finanziata principalmente in pareggio, con circa il 60% dei fondi provenienti da tagli alla spesa pubblica e il resto da misure sulle entrate. Questo approccio riflette un contesto di finanza pubblica estremamente ristretto, caratterizzato da spazi di bilancio limitati a causa dell’aumento degli interessi sul debito e del rallentamento economico. L’obiettivo del governo è mantenere il deficit sotto controllo per chiudere la procedura europea per disavanzo eccessivo.

Il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi

Mercoledì 8 ottobre 2025, a Palazzo Chigi, si svolgerà un vertice di maggioranza presieduto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. In questa occasione, si definiranno le misure principali della legge di bilancio, che dovrebbe essere presentata in Consiglio dei ministri intorno al 14 ottobre. Il Documento programmatico di finanza pubblica, presentato la scorsa settimana, ha anticipato che la manovra sarà caratterizzata da rigore, con una base di 16 miliardi e margini di spesa molto limitati. Le risorse dovranno essere concentrate su interventi prioritari, come il taglio dell’Irpef per il ceto medio, misure per la natalità e sostegni alle imprese.

Le richieste dei partiti della maggioranza

I partiti della maggioranza si presenteranno al vertice con priorità diverse. La Lega ha espresso la volontà di introdurre una nuova “pace fiscale” mediante una rottamazione leggera, mentre Forza Italia chiede di estendere il taglio dell’Irpef ai redditi fino a 60.000 euro e di stabilizzare l’IRES agevolata per le imprese. Fratelli d’Italia, tuttavia, si mostra cauta riguardo alle proposte più onerose, poiché l’obiettivo del governo è chiudere la procedura europea per deficit eccessivo entro il 2025, mantenendo il rapporto deficit/PIL intorno al 3%.

Le misure per il contenimento della spesa

Giancarlo Giorgetti ha chiesto ai ministeri di ridurre la spesa di circa 10 miliardi di euro per liberare risorse da destinare alle misure principali. Il taglio dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50.000 euro, che dovrebbe garantire un beneficio medio di 440 euro, comporterebbe una spesa di circa 4 miliardi. Tra le ipotesi esaminate vi è anche l’eliminazione di alcune agevolazioni fiscali per i redditi più elevati.

Le pensioni sotto esame

Il governo sta considerando un intervento per evitare l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile previsto nel 2027. Una delle opzioni è quella di bloccare l’adeguamento solo per coloro che hanno già compiuto 64 anni, con un costo stimato di circa 1,5 miliardi di euro. Si discute anche di un possibile contributo delle banche, stimato tra 2 e 3 miliardi, con la Lega che spinge per coinvolgere nuovamente gli istituti di credito, mentre Forza Italia si oppone.

Segnali dall’economia

Negli allegati al Documento programmatico di finanza pubblica, l’ISTAT ha segnalato che il reddito lordo pro capite nominale continuerà a crescere anche nel 2024, seguendo il trend avviato nel 2021. Tuttavia, si osserva un lieve aumento della distanza tra i salari più alti e quelli più bassi.

Incontro con le parti sociali

Venerdì 10 ottobre 2025, alle 16.30, i leader di Cgil, Cisl e Uil si incontreranno con il governo a Palazzo Chigi per discutere le linee guida della manovra. Lunedì 13 ottobre sarà il turno delle principali organizzazioni datoriali e di categoria, tra cui Confindustria, Ance, Ania e Confcommercio. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha sottolineato l’importanza di mettere “l’industria al centro della manovra”. Domani, la Cgil presenterà le sue proposte, che includono aumenti salariali e pensionistici, misure contro la precarietà, una riforma fiscale più equa e maggiori investimenti in sanità e istruzione.

×