Napoli, scoperto un uomo che percepiva invalidità da 20 anni senza averne diritto

Veronica Robinson

Ottobre 7, 2025

Un uomo di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, ha ingannato le autorità per oltre vent’anni, spacciandosi per cieco e ottenendo indebitamente una pensione maggiorata e indennità di accompagnamento per un totale di oltre 150mila euro. L’operazione che ha portato alla sua identificazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza, che ha disposto gli arresti domiciliari per lui e sua moglie, entrambi accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di falso ideologico.

Le indagini della Guardia di Finanza

Le indagini, avviate dalla compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno già prodotto risultati significativi. Il 29 novembre 2024, le forze dell’ordine hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di 124.794,05 euro nei confronti della coppia, accusata di aver indotto i medici a certificare falsamente la cecità totale del marito, il quale, in realtà, era solo ipovedente. Le prove raccolte dai finanzieri hanno dimostrato che l’uomo era in grado di muoversi con facilità in luoghi affollati e di svolgere attività quotidiane senza mostrare segni di cecità assoluta.

Il comportamento dell’indagato

Durante le indagini, gli agenti hanno osservato l’uomo mentre si recava presso uno sportello bancomat, dove ha effettuato operazioni senza alcuna difficoltà, dimostrando di essere in grado di gestire il denaro e le transazioni commerciali. Questo comportamento ha sollevato dubbi sulla sua presunta condizione di cecità totale, che era stata utilizzata per ottenere i benefici economici. La sua capacità di orientarsi e interagire con l’ambiente circostante ha messo in luce l’inganno perpetrato nei confronti delle istituzioni.

Visita medica e falsificazioni

In seguito a una visita medica di revisione richiesta dall’INPS, scaturita da una segnalazione della Guardia di Finanza, la coppia ha continuato a sostenere la non vedente totale dell’uomo. Hanno presentato documentazione, compresi esiti di una visita oculistica che si basava su un esame strumentale risalente al 2010, considerato non valido. Questo esame era stato effettuato solo tre mesi prima da un altro medico, il quale aveva emesso una diagnosi diversa rispetto a quella riscontrata dall’INPS, che aveva declassato l’indagato a cieco parziale.

Il ruolo della commissione medica

La commissione medica che ha esaminato la situazione dell’uomo, pur essendo a conoscenza dell’indagine per truffa aggravata, non ha ritenuto necessario approfondire ulteriormente la questione. Nonostante le evidenze contrarie, ha confermato la condizione di cecità assoluta, basandosi su documentazione non adeguatamente verificata. Un dirigente della medicina legale dell’ASL Napoli 3 Sud, che aveva già escluso la cecità totale, insieme a un medico oculista e un consulente tecnico della Procura, ha successivamente dichiarato che le azioni dell’indagato erano incompatibili con la sua presunta condizione di cecità.

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